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ALLARME TELEVISIONE*

Renato Mottola Cristiani Oggi 15 Maggio 2004

La televisione è il mezzo di comunicazione di massa che più di ogni altro si è imposto nella vita e nelle abitudini delle persone a prescindere dall’età, dal sesso e dall’attività lavorativa.

Come credenti, desiderosi di obbedire al Signore in ogni cosa, è indispensabile soffermarci a considerarne l’effettiva utilità che può avere per noi e per i nostri familiari, per assegnarle il giusto posto ed impedirle di essere al centro degli interessi della nostra famiglia.

I contenuti

Il "piccolo schermo" offre, nell’arco delle 24 ore dell’intera giornata, una programmazione variegata che, rivolgendosi alle diverse fasce di età, riguarda l’informazione, l’intrattenimento, la fiction, la musica, lo sport, etc.. Nonostante la varietà dei programmi sembri lasciare ampie possibilità di scelta, occorre prestare molta attenzione ai contenuti che li caratterizzano.

Riferimenti all’occultismo, alla violenza, alla cosiddetta "libertà sessuale", ad uno stile di vita improntato al materialismo e ad una condotta che non onorano Dio, fanno da sfondo a molte trasmissioni, presentando un’immagine distorta della realtà e incoraggiando una condotta contraria all’insegnamento della Scrittura: "Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che mutano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che mutano l’amaro in dolce e il dolce in amaro" (Isaia 5:20). Anche i programmi rivolti ai più piccoli, purtroppo, non ne sono esenti.

L’eccessivo spazio dato alla TV dalla nostra società non deve far dimenticare ad ogni credente che la Parola di Dio continua ancora ad essere l’unica regola di fede e di condotta, e che ad essa dobbiamo conformare la nostra vita (cfr. Giosuè 1:8; Salmo119:9, 11).

L’influenza

Se è vero che una persona viene condizionata, suo malgrado, da ciò che vede o legge, è facile intuire quale influenza la televisione eserciti sulla mente senza che, quasi, ce ne rendiamo conto. Particolarmente a rischio sono i bambini e gli adolescenti che, non avendo ancora raggiunto la maturità, sono più influenzabili e, quindi, particolarmente vulnerabili. Non solo i più giovani sono soggetti all’influenza esercitata della televisione, ma anche gli adulti, con il passare del tempo e senza accorgersene, possono essere "plasmati" da ciò che "guardano".

È importante sottolineare il pericolo che deriva da alcune trasmissioni televisive, le quali manifestano bonarietà e tolleranza verso ciò che la Scrittura considera peccato. Nutrire la nostra mente con questi programmi, potrebbe indurci a diventare superficiali nei confronti dei comandamenti del Signore e a manifestare leggerezza verso le mancanze che la Parola di Dio mette in luce nella nostra vita (cfr. Efes. 5:17; I Cor. 14:20).

Particolarmente negativo è anche un altro pericolo: l’estraniarsi dalla realtà per rifugiarsi in un mondo di sogni e di illusioni che fa "dimenticare" i problemi e le difficoltà della vita. Non è mai superfluo ricordare quanto sia negativa, per la vita spirituale di una persona, una simile attitudine, perché la induce a distogliere l’attenzione da Cristo, Colui che è in grado di liberare dalle difficoltà (cfr. II Cor. 1:9, 10), e spesso, con la Sua saggezza, permette che le attraversiamo affinché contribuiscano al nostro benessere (cfr. Salmo 119:67, 71). Piuttosto che esporsi ad influenze negative, il credente dovrebbe essere continuamente ripieno della presenza dello Spirito del Signore (cfr. Gal. 5:20; Rom. 8:4, 14).

Il tempo

Un altro aspetto da considerare, non meno rilevante degli altri, è il tempo che si trascorre vicino al teleschermo. Serial televisivi, avvenimenti sportivi ed altri programmi, tengono legati alla poltrona, impedendo anche ai credenti, se si lasciano trascinare, di utilizzare in modo più proficuo il tempo che hanno a disposizione. Spesso la televisione ci deruba di ore preziose che potrebbero essere spese per la meditazione personale della Parola, per la preghiera e per il servizio cristiano. Non dobbiamo dimenticare che tra i beni preziosi che il Signore ha affidato alla nostra amministrazione c’è anche il tempo, e che un giorno dovremo rispondere dinanzi a Lui anche di come lo abbiamo speso (cfr. Efes. 5:15, 16; I Cor. 4:2).

Il dialogo

Deve essere assolutamente considerato, poi, il ruolo assunto dal dialogo quando la televisione viene ad occupare un posto più importante di quello che dovrebbe avere. Quando la televisione diviene la sovrana indiscussa nelle sale da pranzo, la comunicazione tra marito e moglie, tra genitori e figli, spesso, è bruscamente troncata dall’inizio di una trasmissione. Non sarebbe meglio, invece, parlare in famiglia delle "cose del Signore" come la Sua Parola insegna (cfr. Deut. 6:6-9), e sviluppare così delle sane ed edificanti conversazioni?

Considerazioni finali

Dopo aver considerato brevemente tutti questi aspetti, è necessario chiedersi quale deve essere l’attitudine del cristiano nei confronti della televisione. Il nostro Signore è ricco in saggezza e desidera che i Suoi figli manifestino avvedutezza in ogni particolare della loro vita. Pertanto, è necessario che ogni credente vegli attentamente su sé stesso (cfr. I Pietro 5:8; I Tess. 5:6). La comunione personale con Dio (cfr. Col. 4:2; I Tess. 5:17), il desiderio

sincero di nutrire la propria anima con ciò che edifica (cfr. I Cor. 10:23; 6:12) e la scelta di priorità che onorino Dio (cfr. Matt.

6:33; Prov. 3:6), sono presupposti indispensabili per custodire il proprio cuore da tutto ciò che potrebbe nuocergli, quindi anche necessari per un corretto uso del telecomando.

Inoltre, se siamo genitori cristiani, dinanzi a Dio abbiamo delle precise responsabilità riguardo ai nostri figli. È nostro compito infatti, inculcare il timore di Dio (cfr. Prov. 22:6), vigilare con attenzione sui programmi che essi guardano e sul tempo che essi dedicano alla televisione, e impedire con fermezza ciò che potrebbe loro recare danno.

Non permettiamo alla televisione di dettare leggi sui nostri gusti, i nostri pensieri e sul modo di vivere dei nostri familiari. Soltanto il Signore sia il Sovrano indiscusso del nostro cuore e della nostra casa.