"Cadere nello Spirito": cosa dice la Bibbia? considerazioni sul fenomeno della cosiddetta "caduta nello spirito"
Crediamo opportuno analizzare più da vicino il fenomeno del cosiddetto
"Cadere nello Spirito" (in inglese: slain in the Spirit), ormai diffuso in
molti ambienti neopentecostali e carismatici. Non possiamo assolutamente ignorare che, al di là di una possibile forma di autosuggestione, gli episodi possano essere legati al mondo dell'occultismo. Infatti alcuni studiosi di sociologia delle religioni hanno collegato questo fenomeno con la “possessione-trance”, che si manifesta nei culti afro-caraibici. Per “possessione-trance” si intende uno stato psichico con perdita più o meno della coscienza nel quale cadono i medium durante le sedute spiritiche. È ovvio che questa definizione è completamente estranea all'opera dello Spirito Santo che, invece, rispetta sempre l'espressione cosciente e libera della personalità umana. Come Cristiani Evangelici dobbiamo riconoscere che qualsiasi fenomeno e manifestazioni spirituali devono essere ritenuti validi e legittimi soltanto se fondati sulla parola di Dio. Tuttavia, i sostenitori del “cadere nello Spirito” utilizzano numerosi testi biblici per legittimarlo e giustificarlo. Non esiste, però alcun chiaro riferimento biblico a sostegno di questa esperienza come patrimonio della normale vita cristiana.
I testi biblici più citati sono i seguenti:
Provare con questo testo il “cadere nello Spirito”, significa ignorare completamente le più elementari regole esegetiche.
Fra le vicende bibliche che vengono citate per provare il carattere spirituale di questa esperienza, diverse devono essere rigettate, in quanto i protagonisti non erano credenti, ma degli inconvertiti.
In
pratica, esistono soltanto due casi nella Scrittura in cui si parla del
cadere: Matteo 17:6: "E i discepoli udito ciò caddero con la faccia a
terra, e furon presi da gran timore", e Apoc. 1:1: "E quando l'ebbi
veduto, caddi ai suoi piedi come morto..."
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