SATANISMO
Tesi di laurea
del
Dott. Longoni Enrico
depositata nel 2003 presso
l'Università Statale Milano Bicocca,
facoltà di Giurisprudenza
(tutti i diritti riservati).
Relatore: Chiar.mo Prof. Adolfo CERETTI
Correlatore: Dott.ssa Benedetta FARAGLIA
INTRODUZIONE
Un particolare fenomeno della modernità è il rinnovato interesse per le
sette religiose e la preoccupazione per la loro esponenziale crescita e
diffusione.
Nei paesi “occidentalizzati”, caratterizzati, cioè, da un certo tipo di cultura
ed economia, si sono diffusi da tempo, accanto alle religioni tradizionali,
nuovi culti religiosi che propongono, ispirandosi a dottrine mutuate
dall’Oriente, o creandone di proprie, una nuova dimensione umana.
I vari gruppi settari si formano solitamente attorno a un leader carismatico,
che propone o rielabora una dottrina, la quale, alla fine di un percorso
spirituale, si promette capace di liberare l’uomo moderno dalle angosce e
ansietà della società industriale, ma che in certi casi, tragicamente famosi, ha
avuto un diverso epilogo .
Il progresso della scienza, avanzato sino al punto di raggiungere limiti
dapprima impensabili, come l’inseminazione artificiale o la clonazione di
embrioni, o di creare nuove situazioni di pericolo (inquinamento globale,
nuclearizzazione), diviene fonte ansiogena e portatrice di dolore. Il mutamento
della struttura famigliare e del ruolo del sesso sembrano disgregare le
sicurezze di una società per lungo tempo patriarcale. La crisi delle grandi
Chiese, che attirano sempre meno giovani, allettati da nuove libertà e
possibilità, sembra dovuta alla incapacità di rinnovamento delle stesse. Gli
individui nella “società del profitto” divengono “mezzi” per la realizzazione di
progetti, perdendo individualità, divenendo “sostituibili” come semplice “forza
lavoro”.
Tutti questi fattori vengono indicati da studiosi come Cecilia Gatto Trocchi ,
Michele Del Re , o Jean Vernette , come fattori responsabili del proliferare
delle sette.
I nuovi movimenti religiosi propongono una propria soluzione a queste
contraddizioni, attraverso una liberazione, un percorso di salvezza o un
accrescimento delle innate potenzialità umane, per mezzo delle quali l’uomo
potrebbe sollevarsi dalla propria condizione per divenire “dominatore” delle
energie vitali, spirituali e magiche dell’Universo.
La caratteristica comune all’interno dell’infinita tipologia delle sette è che
ognuna di esse si dichiara portatrice di una “verità” capace di cambiare il
mondo. Ciascuna, partendo da una critica dello stato attuale delle cose, propone
una “liberazione” dell’uomo dalle strutture del presente.
Le sette, o nuovi movimenti religiosi, si presentano di diversi tipi.
Una indagine dell’ISPES-PANORAMA , condotta, nel 1990, da Cecilia Gatto Trocchi,
docente di Antropologia Culturale presso la facoltà di Scienze Politiche
dell’Università di Perugia, ha permesso di stilare una sorta di censimento delle
sette operanti in Italia.
E’ stata riscontrata la presenza di almeno 600 gruppi nel nostro Paese. Questi,
alcuni di maggiore rilevanza per numero di adepti, altri di una certa
marginalità, vengono divisi secondo due tipologie: quella dei gruppi
esoterico-occultisti (per es. sono compresi i Rosacroce, il Gruppo Raelliano, la
Società Teosofica, il Centro Italiano Firewalking, Damanhur, Ufologia, magia
satanica) e quella delle religioni alternative (come gli Hare Krishna, i
Testimoni di Geova, La Chiesa dell’Unificazione, i Bambini di Dio).
Vengono anche definiti dei valori assoluti di distribuzione dei vari gruppi,
sette e religioni operanti in Italia, a seconda delle regioni. Il primato spetta
alla Lombardia, con 75 gruppi esoterici, 9 gruppi di parapsicologia, 35 nuovi
movimenti religiosi, 52 gruppi ufologici; a seguire il Lazio, con 6 gruppi di
parapsicologia, 40 movimenti esoterici, 31 religioni, 35 culti ufologici; e il
Piemonte, con 1 gruppo parapsicologico, 38 gruppi esoterici, 11 religioni e 40
culti ufologici.
Precedentemente a questa indagine, nel 1989, l’ISPES ha condotto un’altra
ricerca, su un tema a questo collegato, cioè sul mercato dell’occulto e gli
“operatori di magia”, quali “astrologi, maghi, chiaroveggenti e sensitivi” di
ogni sorta, che ha ben messo in rilievo come il ricorso all’operato di queste
figure sia ancora molto diffuso in Italia, nonostante la pretesa
secolarizzazione della società.
Anche un altro documento, il Rapporto su Magia ed Esoterismo in Italia , del
2002, stilato dalla Fondazione Antiplagio, quantifica la presenza di “maghi e
astrologi” reclamizzati, in Italia, in circa 7.000 persone, a fronte di circa
15.000 “operatori dell’occulto” non reclamizzati, per un totale di 22.000
“operatori di magia”, distribuiti al Nord per il 43%, al Centro per il 30%, e al
Sud per il restante 27%.
Le cifre riportate indicano come il fenomeno sia tutt’altro che marginale, non
solo dal punto di vista del proliferare di sette esoteriche o nuove religioni,
ma anche da quello dell’utenza.
A conferma di questo assunto è la predisposizione di un documento, senza dubbio
il più importante, data la sua provenienza, sul fenomeno delle sette: il
Rapporto del Dipartimento di Pubblica Sicurezza , del 1998. In questo testo si
esaminano i “nuovi culti” più rilevanti, e si distinguono i diversi gruppi tra
nuovi movimenti religiosi e nuovi movimenti magici, intendendo quest’ultimi come
quei gruppi dove la magia è uno strumento di potere per migliorare la condizione
di chi la pratica, a prescindere dal “sentimento religioso” considerato in sé
stesso.
Per “magia” si intende, comunemente, una pratica rituale che possa condizionare
la realtà esterna. Incantesimi, sortilegi, divinazioni caratterizzano la società
umana fin dai tempi più remoti, dalla cultura egiziana a quella romana, in cui
la magia si scontra con il Cristianesimo, fino al Medioevo - in cui diviene
“pratica maledetta” - e al Rinascimento, dove la magia si fonde con le scienze,
l’alchimia, l’ermetismo.
Secondo il “pensiero magico”, l’uomo diviene parte del tutto, in una sorta di
immanentismo neoplatonico, dove a un macrocosmo - il mondo -, corrisponde un
microcosmo - l’uomo stesso -. Nell’ambito di questa corrispondenza il “mago” è
un uomo (microcosmo) che sa penetrare i segreti del Tutto (macrocosmo), che sa
dominare la natura e gli eventi.
Su queste basi, ogni movimento magico si fonda su alcuni elementi pressoché
costanti : “il carattere segreto e riservato del sapere; […] la grande
difficoltà e complicazione dei procedimenti e dei rituali che conducono alla
verità; la distinzione tra l’esigua schiera dei sapienti o veri uomini e la
massa incolta; il carattere eccezionale della figura e della personalità del
mago, che è giunto a un livello di sapienza-perfezione che lo rende diverso e lo
fa vivere su un piano inaccessibile ai profani”.
Se parte della società riconosce nei “nuovi movimenti religiosi” una “fonte di
disturbo”- e in qualche caso un vero e proprio problema sociale -, maggiori sono
le inquietudini per quei gruppi, classificati all’interno della categoria “nuovi
movimenti magici”, noti come “sette sataniche”.
Queste ultime si caratterizzano per una ideologia comune, che è quella del
Satanismo.
Secondo una definizione del direttore del CESNUR (Center for Studies on New
Religions), Massimo Introvigne, “il satanismo può essere definito come
l’adorazione o la venerazione, da parte di gruppi organizzati in forma di
movimento, tramite pratiche ripetute di tipo culturale o liturgico, del
personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia. Il teologo può adottare una
definizione molto più ampia di satanismo, ritenendo che siano satanisti - anche
quando non adorano esplicitamente il Diavolo, o perfino negano la sua esistenza
– tutti quei gruppi che manifestano avversione o odio nei confronti di Dio e
propongono nello stesso tempo all’uomo di “diventare come Dio” servendosi di
pratiche magiche e occulte (tanto più quando queste pratiche – come spesso
avviene – comportano elementi di immoralità e di violenza). Lo storico e il
sociologo hanno bisogno invece di delimitare l’ambito del satanismo in modo più
circoscritto, per poterne identificare gli elementi distintivi all’interno del
mondo molto più vasto dell’occultismo e della magia cerimoniale” .
Al di là delle definizioni, sebbene le sette sataniche e il satanismo in
generale, per tipologia e modalità operative, si presentino molteplici, due
elementi sono pressochè costanti: l’utilizzo della magia (messe nere,
evocazioni, magia sessuale, ecc.) e la figura di Satana.
Il percorso teorico affrontato in questa tesi mira ad analizzare il fenomeno del
satanismo in una prospettiva criminologica, ossia di “discorso sul crimine”,
che, rispetto a tale tema, è al tempo stesso agevole e gravoso da intraprendere:
agevole, perché il termine satanismo, nella comune sensibilità, è di per sé
intriso di negatività e illiceità; gravoso, per la mancanza di un particolare
“crimine satanista” fra le fattispecie penali previste dal nostro ordinamento.
Il primo capitolo si occupa di individuare la figura centrale del satanismo,
ossia il Diavolo Biblico, chiamato anche col nome di Satana o Lucifero.
Il secondo capitolo affronta, in una prospettiva storica, la questione della
presenza del satanismo dal Medioevo al sec XIX, e la nascita del fenomeno
settario incentrato sulla figura del Diavolo.
Il terzo capitolo prosegue in una esposizione storica che si preoccupa di
individuare i prodromi del satanismo contemporaneo, attraverso la descrizione
dei maggiori ispiratori dell’ideologia satanista: Aleister Crowley, Anton LaVey,
e Charles Manson.
Il quarto capitolo analizza un particolare caso concreto, quello della McMartin
Preschool, avvalendosi anche di un importante documento dell’FBI, il Rapporto
dell’agente del BSU, Kenneth Lanning.
Oltre che a una classificazione dei vari satanismi, il quinto capitolo è
dedicato anche ai movimenti a questi opposti, e, in particolare, alla teoria del
satanismo internazionale.
Il sesto capitolo tratta dei principali casi italiani collegati al fenomeno.
Di come operino le sette sataniche, in particolare in riferimento al
reclutamento di nuovi adepti, se ne occupa il capitolo sette.
Il capitolo otto si preoccupa di un inquadramento giuridico del fenomeno, in
riferimento anche all’individuazione dei peculiari crimini del satanismo e dei
nuovi orientamenti di legge.
La parte conclusiva del nostro percorso teorico, si preoccupa di sottolineare la
persistenza di alcune problematiche in riferimento a un approccio criminologico
del fenomeno.
SETTE SATANICHE: TRACCE NELLA
STORIA
Il riscontro nella storia di un culto satanico organizzato in un gruppo
che ritualmente, cioè con continuità e secondo regole precise venera il Diavolo,
non è facilmente esperibile. Questo per due importanti motivazioni: la prima in
quanto si tratta di gruppi che agiscono in segreto, formati da un esiguo numero
di persone, e per questo operanti in una “zona d’ombra” della società difficile
da scandagliare; la seconda motivazione è data dalla inevitabile limitatezza di
una definizione logica di un fenomeno reale, mai perfettamente definibile, non
rilevabile in maniera scientifica in quanto riguardante ideologie oltre che
azioni umane, e per questo mutevole, sfuggente, polimorfico.
E’ nella consapevolezza di questa evoluzione e mutevolezza dell’essenza di setta
satanica e di satanismo, che si percorrono i momenti storici più significativi
per la formazione di questi fenomeni, a volte semplici strumenti di accusa verso
una parte di società, una religione, un’evoluzione di costumi, o un movimento
intellettuale visto come minacciante l’ordine sociale preesistente.
Già verso il 186 a.C., le rivelazioni di una cortigiana affrancata, Hispala,
lasciano presupporre l’esistenza di una moltitudine di giovani romani che si
riunirebbero nottetempo per celebrare riti orgiastici in tenuta da Baccanti
(cioè posseduti dal dio Bacco) con conseguenti sacrifici umani, atti contro
natura, sregolatezze di tutti i tipi. Tali dichiarazioni provocano la reazione
del Senato e lo scatenamento di una repressione di massa che giunge ad accusare
qualcosa come settantamila persone; vi sono pene capitali, condanne,
perquisizioni, e un decreto che vieta di celebrare baccanali a Roma.
La presenza di elementi quali la segretezza del rito, il luogo di culto, quasi
sempre in ambienti oscuri e sotterranei, l’esibizione di un sacrificio e la
raffigurazione del dio con le spoglie di un caprone, ritornano nei secoli
successivi in una nuova lettura come caratteristiche di un rito satanico.
Prima ancora di formarsi una vera e propria accusa contro un settarismo
satanico, che avviene dall’Undicesimo secolo in poi, si legge negli annali delle
cronache del VI secolo dell’Impero Bizantino, di personaggi quantomeno bizzarri,
chiamati sàloi, asceti che si fingono folli, che inscenano possessioni
diaboliche per le vie, ostentando comportamenti osceni e impudichi, trascinando
carogne di animali in mezzo al mercato, bombardando con frutti guasti le donne
in chiesa durante la predica. Si tratta di fenomeni al limite tra la
provocazione e lo psicodramma, ma i religiosi del tempo non esitano a vedere il
Diavolo stesso impersonare un sàlos per sedurre la folla e trovare nuovi
seguaci.
Nel IX secolo il nord Europa, fresco della nuova evangelizzazione, conosce nelle
isole britanniche e nell’arcipelago scozzese, un ritorno di fiamma di una
reazione pagana con tratti anticristiani, proprio verso quei guerrieri,
irlandesi, scozzesi o finlandesi, che erano stati convertiti dall’espansione
cattolica nelle terre Scandinave. Entrambi le parti, quella dei culti pagani del
dio Thor e quella del culto del Dio cristiano, vedono l’altra dedita a
pericolose magie e portatrice di divinità maligne.
Più tardi anche ai vertici della gerarchia della Chiesa viene rintracciata la
presenza del Demonio: nel 963 Papa Giovanni XII e tre secoli dopo Papa Bonifacio
VIII, sono accusati di bere alla salute del Diavolo, di ucc
idere i loro nemici con la complicità dei demoni, e di commettere incesto.
E’ con il sorgere delle eresie che la presenza del Diavolo sembra trovare un
posto di primo piano nella società cristiana. All’inizio del secondo millennio
trovano consistenza le accuse di complicità con il Demonio mosse dalla
cristianità verso i catari, i valdesi, i fraticelli, i bogomili e ogni nuovo
movimento religioso che minaccia di minare le fondamenta della cristianità.
Si narra di come “costoro adorino il Diavolo e rinneghino Cristo durante immondi
banchetti nei quali si consuma carne umana” . Seguono poi orge incestuose, i cui
frutti vengono dati alle fiamme.
Soprattutto i catari, per la loro dottrina dualistica che rifiuta i sacri crismi
del matrimonio e degli altri Sacramenti, e per la struttura misterica della loro
organizzazione, vengono accusati di aver nominato un “Papa nero”, colpevole di
reggere le fila del complotto destinato ad anticipare la venuta dell’Anticristo,
e di utilizzare formule e rituali della tradizione ortodossa in senso opposto;
si possono qui vedere i prodromi della messa nera, il rituale cristiano eseguito
a rovescio utilizzato dalle sette sataniche come evocazione al Maligno.
“Dalle formule rovesciate dei catari alle odierne inquietudini circa i messaggi
subliminali rovesciati nascosti negli LP dai gruppi rock a scopo di plagio e
proselitismo satanico, si potrebbe tracciare un percorso le cui tappe intermedie
sono l’affare dei templari e la caccia alle streghe” .
La fondazione dell’Ordine del Tempio avviene nel 1118. Questo gruppo di
cavalieri - monaci - soldati, dalle severissime regole di obbedienza, castità e
povertà, gode della protezione papale fino al 1312, allorchè, cinque anni dopo
l’ordine di arresto dei cavalieri - emanato da Filippo il Bello in tutto il
regno di Francia - e l’inizio del processo, Clemente V sopprime definitivamente
l’ordine, ormai peraltro ricchissimo di denaro e proprietà. I Templari vengono
accusati delle stesse imputazioni mosse ai catari. In particolare, pare che
adorino Satana sotto le spoglie di un misterioso idolo, detto Baphomet, del
quale esisterebbe una raffigurazione in una statua sul portale della chiesa di
Saint-Merri, a Parigi .
Da venerato movimento di cristianizzazione, i Templari divengono così un odioso
gruppo satanico, avverso alla Chiesa e alle sue istituzioni. Un segno del tempo
rivelatore dell’atteggiamento di una nuova Chiesa sospettosa e inquieta che
contribuisce a lasciare la più consistente traccia del Demonio nella storia, o
sarebbe più giusto dire, dei suoi persecutori: la cosiddetta “caccia alle
streghe”; due secoli di persecuzioni contro malefici, stregonerie, invocazioni
sataniche, infanticidi e avvelenamenti rivelati dai suadenti metodi della Santa
Inquisizione, teorizzati in quel “mostruoso serbatoio teorico” composto a
quattro mani dagli inquisitori tedeschi Jakob Sprenger e Heinrich Institoris,
nel 1486, e resi quantomai “pratici” grazie alla bolla pontificia di Innocenzo
VIII, con la quale il Papa affida pieni poteri ai due inquisitori.
Il numero delle persone che finiscono sul rogo è difficile da quantificare, ed è
destinato a crescere se si aggiungono le vittime delle torture e delle carceri.
Il primato di sentenze di morte spetta alla Germania, mentre la Polonia è il
paese con il maggior numero di streghe processate. Nel 1911 Soldan ed Heppe
parlano di quasi dieci milioni di esecuzioni capitali, ma con il passare degli
anni la cifra si è assottigliata, fino ad arrivare a quella, comunque
consistente, stimata dal Monter, nel 1977, di sessantamila esecuzioni.
Per quanto riguarda la reale implicazione in pratiche sataniche, lo storico
americano Brian Levack afferma che “la miglior prova che abbiamo circa lo
stretto nesso esistente tra la tortura e la confessione di pratiche sataniche è
che l’accusa di adorare il Diavolo, nei processi per stregoneria, non viene mai
formulata prima di giungere alla fase del procedimento in cui si applica la
tortura. Una volta che si fosse passati alla tortura, sorgevano le accuse di
satanismo. Per questo si può validamente affermare che la tortura, in un certo
senso, creò la stregoneria, o quanto meno creò la stregoneria diabolica” .
Arthur Lyons, invece, nel suo studio sul satanismo contemporaneo, Satan Wants
You , argomenta a favore della realtà delle congreghe, che da incontri
estatico-orgiastici di liberazione si sarebbero trasformati, sotto l’influsso
della Chiesa, e in particolare delle crudeltà dell’Inquisizione, in vere a
proprie riunioni sataniche dove i simboli pagani vengono distorti e il dio
cornuto è convertito in un simbolo di odio e contemporaneamente di speranza, con
un chiaro significato sociale di riscatto e di liberazione, che, dopo la morte
di questi movimenti, smarrisce per assumere nuove connotazioni.
Proseguendo la ricerca della presenza di sette sataniche nella storia, si
osserva che tra il Cinque e Seicento iniziano a diffondersi dei resoconti di
messe nere celebrate in varie occasioni, ma è solo nel corso del Settecento che
tutti questi elementi si precisano e si ritrovano in casi che si situano alle
origini del satanismo moderno.
Nella formazione dell’archetipo del fenomeno satanista, oltre agli elementi di
stregoneria e possessione demoniaca, il caso più famoso, nella Francia del XVII
sec., ne aggiunge uno nuovo: quello del satanista stregone che con il suo
maleficio causa la possessione demoniaca della vittima.
L’evento in questione è quello verificatosi nel monastero di Loudun, e il terzo
di cui si parla è il sacerdote Urbain Grabdier, colpevole di aver causato la
possessione da parte di più demoni, di nove suore Orsoline e sette secolari, a
cui si aggiungono altre otto religiose e tre secolari maleficiati. La punizione
per il sacerdote è il rogo e gli esorcismi praticati diventano uno spettacolo
pubblico edificante.
Un secondo caso è sempre in Francia, dove alla corte di Luigi XIV si instaura il
primo processo di satanismo: qui ci si trova di fronte a una congrega di
satanisti che si prefiggono di organizzare liturgie sataniche per procurarsi
benefici materiali. Il caso La Voisin, dal nome della sua principale
protagonista, è importante per due motivi: il primo perché è in questo frangente
che nasce l’espressione “Messa nera”; il secondo è perché il contesto in cui ne
viene organizzata la repressione è totalmente non religioso, e il metodo è
quello dell’inchiesta giudiziaria e poliziesca.
Catherine La Voisin è una merciaia della corte del re, venditrice oltre che di
cosmetici, medicinali e veleni, anche di ostie consacrate, recuperate attraverso
una organizzazione di donne e la complicità di molti sacerdoti. Dopo l’acquisto
di una casa nel sobborgo parigino di Villeneuve e la costruzione, nel giardino
di quest’edificio, di una cappella satanica con drappi neri, un altare e dei
ceri preparati con grasso umano fornito da uno dei boia reali, la La Voisin
comincia a celebrare messe nere con l’ausilio di un sacerdote, tale Guibourg, su
un corpo nudo di una donna che funge da altare.
Quando la polizia nel 1679, arresta la donna e perquisisce la casa, viene
trovata anche una fornace, che secondo la confessione della donna, aveva
bruciato circa duemila corpi di bambini, in massima parte frutto di aborti
clandestini, ma anche utilizzati come sacrifici per il rituale satanico.
Da documenti che si possono considerare attendibili, direttamente visionati da
Massimo Introvigne (volumi VI e VII dell’opera di François Ravaisson-Mollien,
Archives de la Bastille. Documents inédits) , rileva che il sacrificio dei feti
e in qualche caso di bambini sgozzati, offerti ai demoni Astaroth e Asmodeo,
serve alla celebrazione di un rituale che non ha una base ideologica satanista,
e persegue il semplice scopo utilitaristico di realizzare le varie richieste dei
clienti; ma la continuità delle celebrazioni, l’organizzazione e il rituale
seguito nelle liturgie, sono elementi che sicuramente fanno del circolo della La
Voisin e di Guibourg un gruppo satanista.
Dalla seconda metà del sec. XIX il satanismo sembra avere una fioritura,
attribuita alle vicende dei sacerdoti Vintras e Boullan.
In realtà sia per la vicenda di Vintras che di Boullan non entra in gioco un
satanismo consapevole, ma al contrario entrambi sono convinti di essere gli
unici in grado di contrastare il potere del Demonio, che si spinge sino alle
alte gerarchie della Chiesa stessa.
Vintras, dopo un’ apparizione dell’Arcangelo Gabriele avuta nel 1839, inizia una
carriera di predicatore e sacerdote eterodosso, fino a fondare un’Opera di
Misericordia, che celebra bizzarre messe consacrando ostie in cui appaiono gocce
di sangue, croci, cuori e simboli cabalistici. Il credo del sacerdote si fonda
sulla convinzione di essere, insieme con i suoi seguaci, una reincarnazione
degli angeli, tornati sulla Terra per combattere l’ultima battaglia con i
demoni.
A questo scopo Vintras si infiltra negli ambienti occultisti del tempo e
raccoglie nei suoi archivi tutto quanto parla di attività di satanisti,
delineando una situazione, in paesi come la Francia, Belgio, Inghilterra e
Italia, in cui si riscontra la rilevante presenza di sette sataniche, impegnate
a celebrare riti pagani in cappelle diaboliche.
In ragione delle discutibili usanze e teorie dei membri dell’Opera di
Misericordia e del loro leader, Vintras riceve, nel 1851, la scomunica da Papa
Pio IX che definisce il movimento creato dal “sacerdote” una “associazione
criminale” e “una setta schifosa” .
Per quanto riguarda il materiale sul fenomeno satanico, sebbene l’operato del
sacerdote - ma soprattutto di alcuni suoi discepoli - abbia portato alla
scomunica per l’utilizzo di immagini e riti lontani dal cerimoniale cattolico
non meno di quelli demoniaci, non vi è motivo di ridurre la grande quantità di
informazioni sui riti occulti raccolte da Vintras in semplici farneticazioni, ma
è possibile rintracciare nelle avventure immaginarie del sacerdote, materiale
originario del sottobosco occulto dell’epoca.
A Vintras subentra, negli anni successivi alla sua morte, un personaggio dal
passato tormentato: il sacerdote Boullan, originariamente fedele alla dottrina
cattolica, poi allontanatosi per via di una relazione con una suora di La
Salette, quindi riavvicinatosi per qualche tempo, fino alla scomunica del 1875.
Boullan, con un gruppo di seguaci, organizza L’opera della Riparazione,
interessandosi al Demonio, presentato come unico responsabile delle malattie
inguaribili, che possono essere risolte solo grazie all’intervento dei
consacrati alla Riparazione. In pratica, Boullan e i suoi discepoli pensano di
guarire queste malattie con preparati che contengono le loro urine e feci, oltre
che reliquie e frammenti di ostie consacrate.
Nel 1860, la suora di La Salette, che ancora segue il sacerdote, rimane incinta
e Boullan dichiara che è stata violata nottetempo da un demonio invisibile,
rendendosi così colpevole di infanticidio.
Dopo la scomunica Boullan sviluppa le teorie precedentemente esposte, anche
grazie alla frequentazione di circoli occultisti e alla lettura del materiale
degli archivi di Vintras.
I seguaci della Riparazione non si limitano più a combattere i malefici di
Satana, ma il Demonio in persona; Boullan parla di “diritto di pro-creazione”,
ritenendo che le unioni sessuali effettuate secondo la legge della decadenza
conducano all’abisso, quelle fatte secondo regole divine aprano la via del
destino. L’uomo, in sostanza, è imprigionato nella materia, e per poter
combattere l’ultima battaglia con il Demonio, deve poter “ascendere”.
Le “unioni di vita” sono il mezzo per ascendere e consistono nell’unione con
qualcuno che si trova al di sopra di lui nella scala dell’ascensione; una unione
come epiteto per un rapporto sessuale che spesso assume un carattere perverso.
Oltre che con l’ascensione, Boullan combatte il satanismo anche con intrugli
dove gli ingredienti principali sono ancora urina, feci, o sperma.
Come giustamente rileva Introvigne “dall’ossessione di dover combattere i
satanisti, Boullan ha finito, in pratica, per adottare, pretendendo di cambiarle
di significato, alcune delle loro stesse pratiche” .
Accanto a Vintras e Boullan, vi è un’altra figura importante in merito alla
relazione Chiesa cattolica - satanismo, perché inconsapevolmente offre a
quest’ultimo una nuova prospettiva e una nuova dimensione che si sviluppa e
prende forza, proprio nella maggior parte del satanismo contemporaneo.
Questa figura è quella di Gabriel Jogand, ex allievo dei Gesuiti, che entra nel
1881 nella Massoneria, per poi distaccarsene nel 1885, dichiarandosi
“convertito” e iniziando una serie di rivelazioni sui veri scopi della “setta”.
La chiave di lettura di questa vicenda è proprio l’insieme di relazioni tra
Chiesa romana, Massoneria e satanismo che Jogand intreccia abilmente.
La Massoneria, o Libera Muratoria, è una organizzazione nata tra Seicento e
Settecento in Inghilterra, ispirandosi a organizzazioni di mestiere medievali e
agli ordini cavallereschi. Le sue finalità sono quelle proprie degli
intellettuali illuministi; uguaglianza, libertà e fraternità, e il mutuo aiuto
tra i massoni. Non si caratterizza come un movimento religioso, nonostante il
suo richiamo al Grande Architetto dell’Universo e la presenza di rituali e
iniziazioni segrete, bensì come associazione filosofica, filantropica e
progressista, divisa in vari gruppi, le loggie, che dipendono gerarchicamente da
una loggia maggiore.
Dopo un iniziale periodo di condivisione con le idee e l’ambiente della
Massoneria, Jogand, sotto lo pseudonimo di Leo Taxil, diffonde una serie di
scritti antimassonici, sostenuto ed incoraggiato da molti ecclesiastici convinti
della sua sincera conversione, tanto da essere ricevuto da Papa Leone XIII, nel
1887.
Il tema centrale di questi scritti è, ovviamente, l’accusa alla Massoneria di
non essere altro che una setta di satanisti all’opera per distruggere la Chiesa
e l’ordine sociale. Ordine sociale che nel corso di quegli anni affronta un
cambiamento radicale, da una concezione feudale e conservatrice del mondo, a una
ideologia democratica e liberale.
Taxil riesce a ottenere la collaborazione di un amico, il tedesco Hacks, che con
lo pseudonimo di Bataille, pubblica un libro – Le Diable au xx siècle –
descrivendo le vicende di una tale Diana Vaughan, appartenente a un movimento
massonico Palladista, e in seguito convertita al cattolicesimo.
Il libro, che subito fa scalpore fra le fila ecclesiastiche, sostiene che la
vera Massoneria è costituita da una setta di adoratori del Demonio, detti
Palladisti, i quali dichiarano Satana o Lucifero vero dio della luce, e il dio
ebraico signore delle tenebre.
In particolare il loro culto si rivolge a Baphomet, il demone già individuato
come oggetto di culto dei Templari.
Sull’onda di queste accuse si muove la maggior parte degli ambienti
ecclesiastici del tempo, mentre sul fronte opposto si scagliano i massoni, che,
inveendo contro le falsità di Taxil, reclamano la presentazione in pubblico
della Vaughan.
Fra le astuzie di Taxil e l’autoconvincimento di sacerdoti troppi propensi a
credere al complotto satanico, la disputa sul satanismo della Massoneria si
arricchisce progressivamente di dichiarazioni e documenti rilasciati proprio
dall’effimera figura di Diana Vaughan, ossia di Taxil stesso.
E’ nel 1897, infatti, il momento in cui Taxil, in una riunione della Società
geografica di Parigi, al cospetto di massoni e alti esponenti del clero,
confessa la completa falsità di tutta la storia, a cominciare della sua
“conversione”, e rivolge un ringraziamento alla Chiesa per l’appoggio
garantitogli per la diffusione delle sue fantasie.
Con questa operazione, Taxil, più o meno consapevolmente, utilizza il Diavolo
come semplice metafora della liberazione dell’uomo dagli oscurantismi medievali.
Nel clima del positivismo di fine Ottocento, il Diavolo sembra perdere i suoi
connotati terrorifici, e acquistare una nuova dimensione come simbolo “di un
‘naturalismo’ ribelle contro la violenza oppressiva delle istituzioni e delle
chiese” .
Per concludere il quadro della presenza del satanismo, vera o del presunta,
nell’arco dell’Ottocento e degli inizi del Novecento, ci si riferisce alle
informazioni raccolte dal giornalista Jule Bois (1868 -1943), interessato fin
dalla giovinezza ai temi esoterici ed occulti.
Bois pubblica tre volumi sull’argomento: Les Petites Religions de Paris, Le
Monde Invisible e Le Satanisme et la Magie , inchieste giornalistiche sui gruppi
dediti all’occultismo parigino, e tiene molti contatti con gli occultisti di
tutta Europa, compresi gli inglesi della Golden Dawn, la società segreta di
esoteristi a cui partecipa anche Aleister Crowley, l’uomo più scandaloso della
prima metà del nostro secolo.
In Le Satanism et la Magie Bois dà un quadro approfondito del fenomeno
satanista, grazie alla propria esperienza personale, agli archivi di Vintras e
alle informazioni di un altro esperto dell’epoca, lo scrittore di Là-Bas, Karl
Huysmans .
Costui, in una intervista con Bois, afferma il suo convincimento nell’esistenza
di messe nere e rituali “oscuri” celebrati effettivamente dalla borghesia
parigina, che spesso coinvolgono sacerdoti cattolici non sconsacrati, tanto da
ritenere che il vero satanismo è il satanismo religioso.
Il ruolo di Huysmans nel fenomeno del satanismo non si limita a quello di
semplice esperto. Il suo libro Là-Bas, infatti, è importante per due ragioni: la
prima per le fonti utilizzate, quali gli archivi di Vintras, le stesse inchieste
di Bois e gli archivi nazionali di polizia, ai quali aveva accesso in quanto
funzionario del Ministero degli Interni; la seconda ragione è che il romanzo,
che narra delle vicissitudini di uno scrittore, Durtal, coinvolto in una cerchia
di satanisti dalla sua amante, Madame Chantelouve, contiene la descrizione
minuziosa di una messa nera letteraria divenuta vera, giacchè nel Ventesimo
secolo un buon gruppo di satanisti se ne servono come modello e la riproducono.
Per quanto riguarda la ricerca condotta da Jules Bois, i risultati di tale
indagine presentano elementi che sono rintracciabili anche ai giorni nostri.
Nella prima parte di Le Satanism et la Magie il giornalista indaga il “satanismo
delle campagne”, riferendosi alle cronache dell’Inghilterra, che registrano le
piccole e grandi truffe dei maghi a pagamento, rilevando l’usanza di tali
personaggi di ricorrere più o meno occasionalmente all’evocazione del Demonio e
al patto con il Diavolo per ottenere risultati concreti, quali l’amore di una
donna, o la morte di un nemico.
La seconda parte ripercorre le origini della messa nera, e si interessa di casi
minori, registrando, in particolare, alcuni fenomeni collegati al satanismo,
quali incantesimi e fatture a morte, fra i quali descrive delle ricette
rinvenute presso i satanisti parigini: “macinare insieme farina, carne, ostie
consacrate, mercurio, sperma animale, sangue umano, acetato di morfina e olio di
spigo”; “far inghiottire a un pesce (metafora cristiana del Salvatore) veleno e
frammenti di ostia, quindi toglierlo dall’acqua, farlo morire, lasciarne
putrefare il corpo da cui distillare un olio che rende folli i nemici” . Secondo
Bois anche la polizia saprebbe di questi rituali: nel 1879 a Châlons-sur-Marne
il sangue dei topi serviva alle pratiche di maleficio di un gruppo demoniaco, e
nel 1883 a Savoia un circolo di preti preparava l’olio orribile.
Per finire, Bois raccoglie in Le Satanisme et la Magie una serie di articoli che
riguardano il fenomeno del furto di ostie consacrate, elemento anche oggi
indispensabile per la celebrazione delle “messe a contrario”, con una
puntigliosa enumerazione di documenti a testimonianza di questi fatti avvenuti
in Francia e in Italia, in particolare nella provincia di La Spezia, a Salerno e
a Roma.
La Francia del secolo scorso, a parte la vicenda di Leo Taxil, un mistificatore
autore di libelli e opuscoli apparentemente antimassonici, nei quali egli
sosteneva le cose più assurde, sempre riferendosi a episodi satanici, ma che in
realtà erano destinati a ridicolarizzare il clero e l’antisatanismo imperante,
sembra che abbia realmente dovuto fare i conti con un satanismo nel senso
proprio del termine, come ci è dato intravvedere dai documenti, dagli indizi
sparsi, dalle piste interrotte su un mondo per la maggior parte clandestino e
oscuro.
IL SATANISMO DA CROWLEY A
MANSON
ALEISTER CROWLEY, “LA
BESTIA 666”
Agli inizi del Novecento è l’Inghilterra ad assumere il ruolo di nuovo
epicentro dell’esoterismo.
In questo periodo i maestri dell’occultismo non possono dirsi satanisti in senso
proprio, anche se vengono attaccati come tali dai loro avversari religiosi.
Tuttavia preparano un corpus di materiale occulto, proprio come successo per la
Messa nera di Huysmas, che potrà essere ampiamente utilizzato dai movimenti
esoterici successivi, compresi quelli satanisti.
Dall’Ottocento gli occultisti britannici portano i culti per Lucifero, le messe
nere e i riti sessuali-orgiastici, tutti temi questi, perseguiti con
programmaticità di intenti dalla Golden Dawn, setta massonica che mescola i riti
dei Rosacrucriani, magia cerimoniale e tarocchi, e che comprende tra i suoi
membri un medico di nome Robert D’Onston Stephenson, accusato dalla sua amante,
Mabel Collins, di fabbricare candele di grasso umano usate per rituali occulti,
e di essere nientemeno che Jack lo Squartatore, colpevole di cinque efferati
omicidi un anno prima della fondazione della Golden Dawn.
Questo gruppo di esoteristi oltre a personaggi di rilievo come il poeta W. B.
Yeats, Bram Stoker e lo scienziato W. Crooks, accoglie nel 1898, dopo i consueti
riti di iniziazione, Edward Alexander Crowley, un giovane che ha ereditato una
notevole fortuna e che si fa chiamare Aleister.
Nato nel 1875, l’anno della morte di un altro famoso occultista, Eliphas Lévi,
di cui dice di essere la reincarnazione (come anche di Cagliostro e Alessandro
Borgia), Crowley cresce in una famiglia di protestanti puritani e studia al
Trinity College di Cambridge, dove si circonda di una cattiva fama per i suoi
rapporti etero e omosessuali, i suoi poemetti erotici e l’uso di droghe.
Durante la sua giovinezza compie viaggi in cui approfondisce i temi gnostici,
studia il tantrismo, il sufismo e, naturalmente, l’uso di allucinogeni e droghe
messicane e indiane.
Personaggio controverso, carismatico quanto sfrontato, eccessivo, brutale, (egli
stesso, nelle sue Confessioni si definisce “il Compagnio di Babilonia, la Donna
Scarlatta, il Destriero che ella cavalca, la Bestia il cui numero è 666” ) una
volta introdotto nella Golden Dawn, dal suo fondatore, Samuel Mathers, non tarda
a scontrarsi con gli altri membri, fondando una nuova organizzazione concorrente
- l’ Argenteum Astrum (“ogni uomo è una stella”) – e screditando i vecchi amici
con la pubblicazione sulla sua rivista The Equinox di rituali di magia nera e
nefandezze sessuali che in realtà era egli stesso a praticare.
Crowley ha un atteggiamento fisico di natura rivoltante: basti pensare al “bacio
del serpente”, ossia succhiare il sangue mordendo il polso di una donna, o alla
defecazione sui tappeti altrui, oppure ancora alla consumazione di un rapporto
sodomitico in un salotto davanti ai suoi amici. Inoltre egli sfrutta le altre
persone in tutti i modi possibili ed immaginabili, materialmente, emotivamente e
psichicamente, tanto che la sorte comune di numerose sue compagne è quella di
diventare delle alcoliste croniche, e quella di sua moglie di morire in un
manicomio.
Nella sua ricerca di un ambiente “magico” dove poter elaborare propri rituali
esoterici, aderisce, nel 1912, a una nuova organizzazione tedesca, l’Ordo Templi
Orientis (O.T.O.) che si interessa di riti luciferini, messe gnostiche e magia
sessuale.
E’ proprio su quest’ultima che Crowley fonda le basi del movimento di cui è
venuto ad essere il leader a Londra: i riti dell’O.T.O. non vogliono essere una
semplice scusa per praticare orge sessuali, ma secondo un’influenza tantrica,
pretendono di assurgere a efficace mezzo di magia per realizzare un’unione
mistica con l’universo.
Successivamente, dopo una lunga permanenza in America, terminata principalmente
per questioni finanziarie non più rosee – si dice che abbia lasciato dietro di
sé un codazzo di assegni a vuoto -, dopo l’interrogazione dell’I Ching, un
antico oracolo cinese, il “mago” approda anche in Italia, a Cefalù, dove fonda
l’Abbazia di Thelema. Questa nuova impresa, però, viene presto abbandonata per
ordine del Duce, a causa delle voci circa la morte misteriosa di un certo Mr.
Lloyd, seguace dell’O.T.O. a Cefalù, avvenuta probabilmente per overdose.
Nelle sue “congregazioni” come nella normale vita quotidiana, Crowley si
circonda di molte donne, per la maggior parte prostitute, che definisce Donne
Scarlatte, con le quali esegue elaborati rituali di magia sessuale suddivisi in
gradi, passando da una iniziazione fino alla dichiarazione del segreto finale,
che rivela come il vero dio sia il fallo, unico “motore del Tutto”.
In uno di questi “esperimenti magici”, attraverso pratiche sodomiche, altri atti
sessuali e l’uso della cocaina e dell’oppio, Crowley induce una delle sue donne,
Roddie Minor, soprannominata “Pachiderma”, in uno stato catatonico durante il
quale la stessa percepisce delle visioni di un paesaggio che Crowley descrive
nell’Opera di Amalantrah, e che paragona alle raffigurazioni di quel “mondo
sotterraneo” di cui Jung riferisce aver avuto una visione nel 1913.
Il rito sicuramente più famoso, e che trova un seguito anche nelle sette
sataniche contemporanee, è però un altro: la preparazione di un calice con un
miscuglio di seme maschile e secrezioni vaginali, chiamato amrita, ricavato
dall’unione di due iniziati per la consacrazione di talismani o di Crowley
stesso con le sue donne scarlatte.
Nella sua permanenza a capo dell’O.T.O., Crowley non si limita a riscriverne i
rituali, ma li infarcisce di bestemmie, lodando i professionisti di messe nere,
in quanto meritevoli di aver “sollevato l’uomo dallo schifoso demone dei
cristiani” e attaccando il cattolicesimo romano come “quello spregevole culto
materialista” .
Nel Libro della Legge , scritto ancora prima di entrare nell’O.T.O, e che
Crowley sostiene dettato direttamente dallo spirito Aiwass, evocato attraverso i
poteri medianici della moglie Rose Kelly, egli annuncia l’avvento di una nuova
epoca e inveisce contro il cristianesimo. Il prof. Michele Del Re, in Riti e
crimini del satanismo cita uno dei passaggi più sconcertanti: “Il rito supremo
dovrebbe creare un’atmosfera particolare attraverso la morte della vittima. Con
questo rito si potrebbe raggiungere il vertice dell’Arte Magica. La cosa
migliore sarebbe sacrificare una fanciulla, possibilmente vittima volontaria,
perché, se fosse maldisposta al sacrificio, potrebbe introdurre una corrente
ostile. La fanciulla dovrebbe venir violentata, poi tagliata in nove pezzi. La
testa, le braccia e le gambe dovrebbero venire amputate, e il tronco tagliato in
quattro parti. Sulla pelle andrebbero scritti i nomi di altrettanti dèi: poi le
braccia andrebbero scuoiate e bruciate in onore di Pan o di Vesta; le gambe,
dopo un procedimento eguale, andrebbero offerte a Priapo, Hermes o Giunone; la
spalla destra è sacra a Giove, la sinistra a Saturno; la metà inferiore destra
del tronco a Marte, quella sinistra a Venere. La testa non andrebbe scuoiata, ma
semplicemente bruciata in onore di Giunone o di Minerva. Questo rito non
dovrebbe essere usato in occasioni ordinarie, ma raramente, e soltanto per scopi
importantissimi; e non dovrebbe venire mai rivelato ai profani” .
La descrizione di questo rito è rivelata a Crowley nel corso di uno degli
incontri sessuali con Walter Duranty, un partner che nell’atto sodomico con
Aleister Crowley viene “posseduto” dal dio Mercurio; i due, però, non mettono
mai materialmente in atto tale rito .
Parlando poi del sacrificio di sangue, un altro elemento dei “procedimenti
magici” di Crowley, egli afferma che “un bambino maschio di perfetta innocenza e
di alta intelligenza è la vittima più soddisfacente e adatta” .
Eppure i continui riferimenti a Satana, le ingiurie contro i cattolici e il
cristianesimo assumono un significato che si discosta dalla venerazione del
Demonio in quanto tale.
Gli stessi brani riferiti al sacrificio di bambini rimandano a una nota del
“mago”, posta a piè pagina nel libro Magick in Theory and Practice , dove costui
afferma di aver compiuto questo sacrificio in media centocinquanta volte l’anno,
fra il 1912 e 1928: leggendo questa frase nel contesto si intuisce che Crowley
fa riferimento alla masturbazione, essendo peraltro palesemente improbabile che,
nonostante la continua sorveglianza da parte delle polizie dei vari paesi in cui
ha soggiornato, sia riuscito ad occultare, senza lasciare tracce, qualcosa come
centocinquanta sacrifici di bambini.
Come già accennato, condividendo la definizione di Massimo Introvigne, per
satanismo si intende “…l’adorazione o la venerazione, da parte di gruppi
organizzati in forma di movimento, tramite pratiche ripetute di tipo culturale o
liturgico, del personaggio chiamato Satana o Diavolo nella Bibbia” ; elementi
questi, che mancano nelle deliranti teorie di Crowley, le quali si riferiscono
alla figura di Satana in tutt’altre connotazioni.
Sebbene l’O.T.O. faccia largo uso di effigi e rituali che vedono come principali
protagonisti demoni e Lucifero, questi si ergono a meri simboli della
trasgressione, di rifiuto della morale, della religione, delle regole della
stessa società.
Nel libro Magick in Theory and Practice, propria summa filosofica, Crowley
afferma: “Il Diavolo non esiste. E’ un falso nome inventato dai Fratelli Neri
per implicare un’Unità nella loro ignorante confusione di dispersioni.”; o
ancora: “Non c’è altro dio che l’uomo” .
Inoltre, nella sua autobiografia, commentando i rituali satanici, critica
l’approccio alla figura di Satana come entità reale, in quanto, così facendo,
non si fa altro che convalidare la teologia cristiana sul Demonio.
Per quanto equivoco e tendenzioso, Crowley sembra credere solamente all’uomo
stesso; una prospettiva atea che non tiene di alcun conto e degna del pur che
minimo rispetto alcuna religione, in prima linea quella cristiana: “…la Chiesa è
vista come colei che ha spento e distrutto i poteri magici insiti, secondo
dettami gnostici, nell’uomo.”
Diversi sono i significati in cui Crowley parla di “Satana” o “Lucifero”:
- nel senso proprio in cui parlano del Diavolo sia i cristiani che i satanisti
Satana non esiste, è un feticcio inventato per i loro fini;
- “Diavolo” e “Satana” vengono utilizzati in senso positivo ed esoterico per
indicare il Sole nel macrocosmo e il fallo nel microcosmo;
- dal punto di vista astrologico il Diavolo si identifica con il Capricorno, ma
sarebbe un segno che simboleggia la sessualità maschile;
- Satana e Lucifero rappresentano la razionalità dell’uomo, che è “dio”, padrone
del bene e del male;
- “Satana” possono essere chiamati certi spiriti, che freudianamente non sono
altro che aspetti dell’inconscio dell’uomo, con cui il mago può venire in
contatto nella celebrazione dei suoi riti .
Al contrario, Cecila Gatto Trocchi afferma: “E’ in fondo un sofisma non
considerare Crowley un satanista solo perché, ateo come era, non credeva al
Diavolo. Baudelaire, che scandagliava ben più profondi e dolenti abissi, non
aveva forse rivelato che la più grande astuzia di Satana è convincerci che non
esiste?” .
Sebbene Crowley non possa essere definito un satanista nel senso sopra citato
del termine e non vi siano prove che abbia commesso alcun crimine di sorta, se
non quello di una provocazione anticristiana e antimorale, ciò non toglie che le
sue idee, i suoi testi, la sua stessa immagine abbiano pesantemente influenzato
tutto il satanismo successivo, al quale apporta gli elementi di trasgressione
sessuale, di provocazione, ma anche dell’avversione alla Chiesa cattolica non
solo in quanto istituzione, ma proprio in quanto demolitrice di quel bisogno
istintivo e viscerale che si definisce “pensiero magico”.
Certo è che Crowley rimane ancora un personaggio ambiguo, e le sue teorie,
seppur sempre inneggianti a un ateismo “puro”, “odorano di zolfo” quando usano
il Diavolo come strumento di valorizzazione delle energie occulte, e
innegabilmente apportano un contributo essenziale alla filosofia di un’altra
figura importante per lo sviluppo del pensiero satanista: Anton LaVey, fondatore
della Chiesa di Satana.
ANTON LA VEY E LA “CHIESA DI
SATANA”
Nato nel 1930 a Oakland, dopo aver lavorato in un circo e poi come
fotografo criminologo nella polizia di San Francisco, con l’acquisto di una
dimora al 6114 di Californian Street, Anton LaVey inizia una serie di conferenze
dedicate a temi quali gli spettri, i vampiri, la tortura, i grandi omicidi, il
cannibalismo. E’ in occasione di uno di questi incontri che viene in contatto
con un regista di Hollywood della cultura underground, Kenneth Anger, assiduo
sostenitore delle teorie di Crowley, e con il quale fonda il Circolo Magico,
costituito dai frequentatori abituali delle varie conferenze tenute da LaVey,
nel quale ben presto si mettono in atto propri rituali segreti.
La frequentazione di Anger per LaVey è molto importante, in quanto è proprio il
regista americano a far conoscere in maniera più approfondita le teorie di
Crowley e a condividere la passione per la figura del Diavolo e per la
demonologia.
Successivamente, nella notte del 30 aprile 1966, Anton LaVey fonda la Chiesa di
Satana; è l’Anno Uno del Demonio.
Grazie alle conoscenze di Anger e all’eclettismo di LaVey, che non si fa
problemi a comparire in pubblico travestito da diavolo e a presentarsi al mondo
– e alla stampa – come “Satana” in persona, la Chiesa ottiene subito
l’attenzione dei media, soprattutto dopo la celebrazione del primo matrimonio
satanico fra il giornalista John Raymond e l’ereditiera Judith Care, avvenuta
nel 1967.
Nello stesso anno esce un film del regista Roman Polansky, Rosemary’s Baby, che
contiene un riferimento alla chiesa di LaVey, e alla prima del film non mancano
LaVey stesso e altri seguaci.
Nel 1968, il fenomeno della Chiesa di Satana comincia a interessare anche i
sociologi come Randall Alfred, che si insinua nell’organizzazione senza
avvertire LaVey, o James Moody, che invece si appassiona talmente al satanismo
da divenire un collaboratore del “Papa Nero”. E’ in questi anni che viene
preparata la liturgia della messa nera, pubblicata in due edizioni, una
censurata per il pubblico e una privata per gli adepti, che tutti i satanisti
contemporanei conoscono e seguono in modo piuttosto letterale. Il rituale è una
somma della messa nera del libro di Huysmans e del rito dell’amrita di Crowley:
si apre con un formulario basato sul rovesciamento della messa cristiana,
comprendendo insulti e bestemmie, recitato sul corpo nudo di una donna distesa
su un altare, e continua con la “desacrazione”, ossia l’introduzione di un ostia
consacrata nella vagina della donna, e la successiva distruzione dell’ostia
stessa. La “consacrazione”, invece, riprende semplicemente il rito crowleyano,
con il mescolamento del seme maschile del sacerdote in un calice con vino o
altri liquori, e la condivisione dello stesso fra i presenti.
Questi e altri nuovi rituali vengono approntati oltre che da LaVey, anche da
Micheal Aquino, all’inizio uno dei suoi più fedeli collaboratori, che dopo la
chiusura delle “grotte”, decentramenti organizzativi della sede principale di
San Francisco, lascia la Chiesa per fondare insieme ad altri “delusi” da LaVey,
una nuova organizzazione con al centro un Satana questa volta tutto cristiano e
malefico.
Nella sua opera principale, La Bibbia Satanica , LaVey espone una visione del
mondo dove vengono esaltati l’egoismo, il capitalismo, l’orgoglio del forte che
prevale sul debole, la liberazione dalle religioni e dalle morali; ancora una
volta la venerazione di Satana e i rituali della Sua Chiesa non sarebbero altro
che celebrazioni parossistiche di un razionalismo e ateismo che esaltano l’uomo
come “unico dio”.
Un grande contributo sembra apportarlo la filosofia di Ayn Rand, l’obiettivismo,
che esprime una concezione radicalmente individualista della società e
incentrata in quel culto dell’uomo che in LaVey appare cerimonializzato, ma che
per la Rand significa solo un disincantamento dalle religioni e dalle regole
morali.
Le nove affermazioni sataniche, proclamate nel 1966, mostrano il ricorso alla
figura del Demonio in chiara veste simbolica e la centralità dell’uomo che
richiama l’obiettivismo alla Rand:
1. Satana rappresenta l’indulgenza in luogo dell’astinenza.
2. Satana rappresenta l’esistenza vitale in luogo dei vacui sogni spirituali.
3. Satana rappresenta la saggezza sfrontata in luogo dell’autoinganno ipocrita.
4. Satana rappresenta la cortesia solo verso chi la merita in luogo dell’amore
sprecato verso gli altri.
5. Satana rappresenta la vendetta in luogo del porgere l’altra guancia.
6. Satana rappresenta la responsabilità verso chi è responsabile, in luogo della
preoccupazione nei confronti dei vampiri psichici.
7. Satana rappresenta l’uomo come nulla più che un altro animale – qualche volta
migliore, ma più spesso peggiore di quelli che camminano a quattro zampe – che,
a causa del suo preteso “sviluppo divino intellettuale e spirituale” è diventato
l’animale più vizioso di tutti.
8. Satana rappresenta i cosiddetti peccati, nella misura in cui portano alla
gratificazione fisica, mentale o emozionale.
9. Satana è stato il migliore amico che la Chiesa abbia mai avuto perché l’ha
tenuta in commercio per tutti questi anni .
Il fatto che questo libro abbia venduto, nelle sue ventotto edizioni,
seicentomila copie e che all’interno della stessa setta non tutti abbiano chiaro
il significato pantomimico dei riti, non deve far sottovalutare l’influenza che
Anton LaVey e la sua Chiesa esercitano su moltissimi americani ed europei, sia
su quelli pronti a condannare che su coloro che leggono letteralmente o
superficialmente i rituali e le teorie del “sacerdote di Satana”.
Indubbiamente, comunque, le teorie di LaVey si presentano a facile
fraintendimenti, per la loro stessa ambiguità.
Con il passare del tempo la diffusione delle grotte, oltre che di nuovi adepti,
porta una serie di nuovi problemi a LaVey, non solo dovuti a sospetti e
malcontenti di chi teme e ripudia la sua “organizzazione satanica”, ma anche di
quelle persone, giovani sbandati, drogati e criminali che inscenano rituali
richiamandosi alla Bibbia Satanica, utilizzando droghe o praticando sacrifici di
animali, nonostante il “Papa Nero” in ogni pubblica occasione ripeta che la sua
organizzazione, per quanto scandalosa, rimane assolutamente rispettosa della
legge.
Presto, il sistema delle grotte, che continuano a sorgere in altri parti
dell’America e dell’Europa, si dimostra poco controllabile, tanto che nel
Midwest la grotta Stygian si trova collegata al traffico di droga, e il suo
capo, John DeHaven, dopo la scomunica di LaVey, attacca duramente la Chiesa e si
converte – con il supporto dei giornalisti – al cristianesimo evangelico. LaVey
decide così di sopprimere il sistema delle grotte e mantenere un semplice
collegamento informale fra gli adepti isolati e la sede centrale di San
Francisco. Questo cambiamento vede allontanarsi dalla Chiesa di Satana uno dei
suoi membri più importanti, Micheal Aquino.
Il mutamento dell’organizzazione della Chiesa non sembra, però, essere il motivo
principale di questa defezione. In realtà è proprio quell’ambiguità manifesta
nell’atteggiamento di LaVey verso la figura di Satana, che gli permette di
intrattenere liberamente rapporti con la stampa e la società, presentando un
Demonio “carnevalesco”, metaforico, e al tempo stesso portatore dell’orgoglio
dei forti e del culto dell’uomo superiore, che si scontra con quella parte dei
suoi collaboratori, fra cui, appunto, Aquino, che credono in un Satana vivo e
reale.
E questa ambiguità che nega apertamente, ma poi lascia intendere diversamente,
porta non solo Aquino a prendere una direzione ben precisa, ossia quella del
satanismo consapevole, e a fondare il suo Tempio di Set - una organizzazione che
esercita rituali di magia nera e satanismo, presa più volte di mira dagli organi
di polizia per supposti abusi sui minori, senza peraltro che si sia mai giunti
ad alcuna accusa formale -, ma influenza anche tutta una nuova serie di
satanismo che comprende nuove istituzioni come la Chiesa di Liberazione Satanica
di P.Douglas Valentine, sorta in opposizione ad Aquino, che ammette l’uso di
minori consenzienti, o nuovi casi di satanismo acido, come quello, controverso,
di Manson e The Family.
CHARLES MANSON
Charles Manson (il cognome Manson da Man e Son = 'il figlio dell'uomo' gli viene
attribuito dalla sua stessa madre) nasce a Cincinnati ,Ohio, il 12 novembre
1934.
Figlio illegittimo di Katleen Maddox, una sedicenne prostituta e alcolizzata che
a causa della sua “professione” e di varie rapine passa gran parte della sua
vita in carcere, Charles viene affidato a una zia nel West Virginia; ma già fra
i nove e i dodici anni è fermato dalla polizia per tentato furto. Nel 1947
Manson viene mandato al Gibault School per ragazzi nell'Indiana, ma trascorso
soltanto un anno, fugge dalla scuola. Successivamente, viene fermato dalla
polizia per altri furti e scassi ed è inserito al riformatorio per ragazzi di
Padre Flanagan. Pochi mesi dopo viene di nuovo trasferito ad un altro istituto,
sempre nell’Indiana.
Nel 1951 Charles fugge dal riformatorio e raggiunge la California. Lungo il
percorso compie numerosi furti e viene di nuovo fermato dalla polizia e mandato
al riformatorio per ragazzi a Washington D.C., ma qui la sua permanenza dura ben
poco perché dopo aver costretto un compagno di cella ad avere rapporti sessuali
con lui, minacciandolo con un rasoio, viene nuovamente trasferito, questa volta
al riformatorio Federale di Petersburg, in Virginia. Solo dopo qualche periodo
riesce ad ottenere dalla commissione penitenziaria la libertà condizionata e nel
1954 viene rilasciato.
Nel 1955 sposa una giovane cameriera e poco dopo nasce il figlio Charles Manson
jr, ma ben presto Manson si stanca della compagna e la abbandona. Sorpreso
nuovamente a rubare automobili, Charles, ormai maggiorenne, viene incarcerato
per tre anni nella prigione di San Pedro, in California.
Nel 1958 viene rilasciato sulla parola, ma solo un anno dopo viene di nuovo
accusato di frode e furto. Riesce però a farsi rilasciare convincendo una donna
a confessare di aspettare un figlio da lui. A Charles viene assegnata la libertà
vigilata, ma dopo aver violentato due donne, viene arrestato e condannato a
dieci anni nel penitenziario di McNeil Island a Washington.
Il 21 marzo 1967, viene rilasciato e si trasferisce a San Francisco, dove fonda
una comune.
Dopo un’infanzia difficile per i rapporti con la madre, i soggiorni forzati in
istituti di recupero o in vere e proprie carceri, e l’uso costante di droghe,
Manson, percorrendo le strade della California su di un furgoncino nero,
riunisce un gruppo di giovani hippies dediti all’uso di droga, a piccoli furti e
all’amore libero, e comincia a guadagnarsi da vivere suonando la chitarra nei
night.
E’ il periodo della contestazione giovanile, della rivoluzione sessuale, della
emancipazione femminile.
Nel 1968 il gruppo itinerante, chiamato dai sociologi interessati a questa nuova
realtà “The Family” – “La Famiglia” -, prende fissa dimora in un ranch situato
nei pressi di Chatsworth, in California. Qui Charles, che si è fatto crescere
barba e capelli, si atteggia a “guru” della libertà e anarchia assoluta,
parlando continuamente del “Giorno del Giudizio”, tanto da dichiarare di essere
nato per portare l’Apocalisse.
I contatti con il satanismo Manson sembra averli solo tramite un membro della
Famiglia, Bobby Beausoleil, un musicista dedito al culto di Crowley e
frequentatore di Kennet Anger, primo ispiratore di Anton La Vey e la Chiesa di
Satana.
E’ proprio Beausoleil che nel 1969 uccide Gary Hinman per affari di droga,
lasciando scritto su una parete del luogo del delitto la frase “Porco politico”,
tracciata con il sangue della vittima.
Per scagionare il compagno Bobby, Manson e i suoi collaboratori decidono di
commettere altri omicidi con una tecnica simile, per far ritenere alla polizia
che l’assassino sia qualcun altro, ancora in libera circolazione.
Viene così messo in atto il delitto più discusso degli anni ’70: la Famiglia
assassina sette persone, fra le quali l’attrice Sharon Tate, la moglie del
regista Roman Polanski, incinta di otto mesi; tutte le vittime vengono
ripetutamente pugnalate e mutilate, e nella villa di Bel Air del regista, con il
sangue di Sharon viene lasciata la scritta “Helter Skelter” utilizzata in un
disco dai Beatles con il significato di “confusione”. Fatto, questo, che costa
la convocazione di Lennon e Mc Cartney, peraltro senza conseguenze, al processo
di Manson.
Pur essendo inizialmente senza molti indizi, se non il sospetto di un
regolamento di conti per questioni di droga, con cui molte delle vittime avevano
a che fare, la polizia successivamente ottiene le confessioni di alcuni membri
della Famiglia e i responsabili, fra cui lo stesso Manson, il 29 marzo 1971,
vengono condannati alla pena di morte - poi tramutata in ergastolo in quanto nel
1972 lo Stato della California abolisce la pena capitale.
L’estrema violenza di Manson, il suo disprezzo per ogni norma etica, il modo di
vivere della Famiglia e il sensazionalismo di certa stampa ha finito per far
indossare al pluriassassino Manson i panni di un eroe della controcultura e di
un messia folklorico .
Ed Sanders sostiene che Manson sia stato realmente in contatto con gruppi
satanisti e che nel ranch della Famiglia si praticassero riti propiziatori
squartando e dissanguando animali e forse ragazzini, ritrovati uccisi in quella
zona prima della notte dell’omicidio Tate.
Collegata a questi riti è la passione per gli snuff movies che gli amici di
Manson e Polansky si dice condividessero con Manson stesso. Nastri registrati
con gente incappucciata e ragazzine minorenni sembra facessero parte della
collezione del regista, custodita nella villa di Bel Air e girati personalmente
da Manson .
Se non sono totalmente da escludere ipotesi di una finalità a sfondo satanico
delle azioni di Manson e compagni, la parte di protagonista in tutta questa
vicenda sembra tuttavia svolgerla la droga, piuttosto che una teologia satanica.
Eppure, se Charles non sembra aver troppo riflettuto su Satana e i suoi rituali
antecedentemente agli omicidi, nella sua permanenza in carcere dà corpo a quelle
voci che vedono in lui un satanista convinto, assecondando quella parte di
sbandati, ribelli e antisociali che contribuiscono a “mitizzare” e
“commercializzare” quella che non è altro che la figura di un pluriomicida.
Studiosi, giornalisti, giovani fra i quattordici e venticinque anni che non
hanno contatti con le organizzazioni del satanismo ufficiale, vedono in Manson
l’effige di un satanismo imperante, mentre squilibrati e assassini si ispirano a
lui nel compiere gesta analoghe: Manson non rappresenta solo un esponente di
Satana, quindi, ma anche un modello per nuovi serial killer.
Già nel giugno 1970, infatti, si ritrova il primo emulatore delle gesta di
Manson : Steven Hurd, che, a capo di una “famiglia” sullo stile di The Manson’s
Family, percorre la California rubando e uccidendo. Il delitto più grave vede il
gruppo sequestrare una maestra di scuola, trascinarla in un bosco e squartala
per offrire ritualmente a Satana le parti del suo corpo, prima di mangiarle.
Nello stesso anno viene rinvenuta strangolata una ragazzina di quindici anni,
Janet Stevens, ritrovata con in bocca un ritaglio di giornale raffigurante
Charles Manson.
Nel ’71 a Miami, Kim Brown di ventidue anni uccide con cinquanta coltellate un
amico di sessantadue anni, dichiarandosi convinta sacerdotessa di Satana; nel
medesimo anno, nel New Jersey, Mike Newell, un giovane di vent’anni, nella
convinzione di eseguire un infallibile rituale satanico che attraverso la sua
morte lo avrebbe messo alla testa di quaranta legioni di demoni, persuade due
suoi amici a legargli con nastro adesivo mani e piedi e a spingerlo in un
profondo stagno, dove, invece delle legioni, trova solo la morte.
Nel febbraio del 1971, a Stoccolma si viene a conoscenza di una setta dalle
vesti nere che adora in una chiesa sconsacrata un crocefisso ricoperto di
pipistrelli morti, con a capo un ex sacerdote che dichiara di voler vivere come
Manson; ancora nel ‘71, durante l’inverno, in Germania viene ritrovato con la
scritta “Manson” dipinta sul petto con della vernice rossa, Ulrich Nacken, un
ragazzo di vent’anni aggredito, denudato, legato a un albero e lì lasciato
morire assiderato.
Nel 1974 si forma, in California, la Symbionese Liberation Army, un gruppo
capeggiato da un “guru” fanatico, perloppiù formato da donne, che celebra riti
esoterici e si rende colpevole del rapimento di Patricia Hearst.
E ancora una volta legata quantomeno al sensazionalismo intorno a Manson e alle
sue accuse di satanismo, è la vicenda di David Berkowitz, detto “il figlio di
Sam”, che commette sette omicidi a New York e che dichiara alla polizia, che lo
arresta nel 1977, di agire per ordine di Satana, apparso sotto le sembianze di
un grosso cane nero.
Più tardi, in Italia, nel 1990, si scopre una setta di matrice satanista nella
zona di Bassano del Grappa, denominata Cerchio Satanico Charles Manson.
Come si vede le influenze esercitate da Manson sulla società sono delle più
disparate, a prescindere dal fatto che sia o meno realmente satanista. Certo è
che “Manson – Satana per i giornali – è diventato un’icona del male per il
giornalismo a sensazione e per gran parte della società contemporanea” .
IL DOPO MANSON: RITUAL CHILD
ABUSE
SURVIVORS: SOPRAVVISSUTI
AI RITI SATANICI
Gli anni che vanno dal 1980 fino ai primi anni Novanta, sono
caratterizzati, principalmente negli U.S.A., e - anche se in misura minore - in
Europa, da una spasmodica attenzione al mondo del satanismo, con un
coinvolgimento impressionante di media ed esperti. In particolare, sono tre le
principali figure coinvolte in questa generale fobia del satanismo: psicologi,
survivors e bambini.
Per capire che collegamento esiste fra psicologia e sette sataniche, bisogna
accennare allo sviluppo del concetto di sindrome da personalità multipla e ai
suoi possibili metodi di cura.
Nella psichiatria, la sindrome da personalità multipla (MPD) consiste nello
“sdoppiamento” della personalità di un individuo in due o più diverse
personalità indipendenti e spesso contrastanti fra loro. Nel quadro della
psicoanalisi, Freud , nel suo studio sull’isteria, ritiene inizialmente di poter
spiegare il fenomeno rintracciandone la causa in ricordi traumatici rimossi dal
soggetto isterico, riguardanti perloppiù traumi di carattere sessuale, come
violenza carnale, incesto o abusi sessuali subiti nell’infanzia. Per il noto
psicologo il metodo per guarire le forme isteriche consiste nel riportare al
livello conscio queste esperienze traumatiche, nonostante le riluttanze del
paziente, che, raccontando e ricordando tali avvenimenti, riesce a liberarsi dal
peso della negazione delle terribili esperienze vissute. In un momento
successivo però, Freud, considerando che i racconti dei pazienti si
arricchiscono progressivamente di particolari grotteschi e orripilanti - come
episodi di cannibalismo o comparizioni diaboliche - che paiono allo psicologo
come esagerazioni prodotte in buona fede dai pazienti, rinuncia a questa teoria
e cerca di spiegare come l’isteria sia causata da fattori interni all’inconscio,
piuttosto che da fattori esterni.
La teoria della sindrome da personalità multipla viene così accantonata per
qualche periodo, fino a che, nel 1957, un film dal titolo I tre volti di Eve,
basato sulla vera storia di una donna che soffre di MPD, discusso presso la
comunità scientifica, riporta all’attenzione della psicologia questa forma di
disturbo mentale. Non solo, ma dopo l’uscita del film nelle sale
cinematografiche il numero dei pazienti da MPD aumenta esponenzialmente presso
gli psicologi, che non negano l’effetto “simulazione” più o meno consapevole di
queste persone.
Anche un’altra psicoterapeuta, Cornelia Wilburn, mostra particolare interesse
verso questa malattia, tanto da proporre un nuovo caso “simbolo”, quello di “Sybil”,
una donna che nelle sedute della psicologa rivela di aver subito abusi sessuali
nell’infanzia. Anche in questo caso viene girato un nuovo film, Sybil, appunto,
che, come il precedente, provoca una nuova ondata di casi di MPD. Freud viene
accusato di aver sottovalutato i racconti dei suoi pazienti, per la maggior
parte donne, proprio in quanto incorreggibile maschilista, e la teoria di un
abuso pregresso risalente all’infanzia dei pazienti come spiegazione delle loro
patologie riacquista presto nuovo valore.
Di fatto, mentre la comunità scientifica accoglie la definizione di disturbo di
personalità multipla nel manuale diagnostico DSM-III, le spiegazioni dell’evento
traumatico fonte di tale disturbo cominciano a prendere in considerazione nuovi
elementi.
Nelle memorie dei pazienti, la natura degli abusi subiti nell’infanzia assume
diverse connotazioni, non limitandosi più semplicemente a violenze sessuali, ma
prendendone di nuove di altra natura o rimanendo abusi di natura sessuale, ma in
un nuovo contesto: quello del libro diventato presto un bestseller, Michelle
Remembers .
Pubblicato nel 1980, Michelle Remembers è la cronaca della terapia che Michelle
Smith, una donna della città di Victoria, conduce presso uno psicologo, il
dottor Lawrence Pazder, per curare la propria depressione cronica.
Col passare delle sedute Michelle capisce di poter guarire solamente raccontando
un avvenimento accaduto nella sua infanzia. Attraverso l’ipnosi condotta da
Pazder, la donna racconta di essere stata testimone di una esperienza terribile
avvenuta all’età di cinque anni.
Michelle racconta di essere stata accompagnata dalla madre in una cerimonia
satanica, dove sacerdoti di Satana avrebbero intrapreso orge, sacrifici rituali
di bambini, rituali cannibalistici. Lei stessa sarebbe stata torturata,
violentata e costretta a mangiare vermi bloccata in una bara. Anche Satana si
sarebbe manifestato, motivo per cui la Michelle grande, una volta conclusa la
terapia, decide di rivolgersi alla Curia Romana, che però sembra affrontare la
questione con grande cautela.
Il libro ottiene un grande successo, nonostante le dichiarazioni del padre di
Michelle, al tempo ancora vivente, che smentiscono nella maniera più assoluta
l’esperienza della figlia, negando categoricamente che la madre defunta,
accusata di aver “iniziato” la bambina a Satana, si sia mai interessata al
satanismo, e sottolineando, forte dell’analisi di altri esperti, come i rituali
descritti da Pazder e Michelle risentano dello studio e delle ricerche sulle
religioni native africane condotte dallo psicologo stesso. Il libro,
inizialmente spacciato per “true story” si dimostra semplicemente una truffa.
Il libro Michelle Remembers introduce così la seconda importante figura della
caccia al satanismo, i survivors, i “sopravvissuti” a riti satanici di cui sono
stati testimoni o vittime nell’infanzia, sofferenti di disturbi di personalità
multipla a causa di questi avvenimenti, richiamati alla memoria e svelati grazie
all’attività degli psicoterapeuti.
Sorge il “caso degli abusi satanici”, e migliaia di survivors partecipano a talk
shows televisivi, vendono libri contenenti la loro storia, ottengono le prime
pagine dei giornali, spuntando in ogni parte dell’America - e in seguito anche
dell’Europa - come testimoni di un’attività satanica segreta e potente, che mina
le basi della società comune.
Accanto a Michelle Remembers, un altro libro dal contenuto pressochè simile a
quello di Lawrence Pazder è Suffer the Child , scritto da Judith Spencer qualche
anno dopo le “rivelazioni” di Michelle, che narra la storia di Jenny, anche lei
introdotta nel mondo del satanismo dalla madre all’età di cinque anni e
testimone di rituali cannibaleschi e sanguinari su animali e vittime umane.
Le scene raccontate sono quasi sempre le stesse: orge, sacrifici di animali e
umani, violenze di ogni genere e la rappresentazione della setta satanica come
qualcosa di ineffabile e sfuggente, che opera all’ombra di persone
insospettabili. Comincia a nascere l’ipotesi del complotto satanista a livello
internazionale.
Il contesto dove si svolgono i racconti e la descrizione dei riti, richiamano
alla memoria i testi dell’Ottocento, da Huysmans alla La Voisin o Boullan, fino
alle mistificazioni di Taxil. Le descrizioni di messe nere e cerimonie varie
sono sicuramente debitrici delle narrazioni di Huysmans nel suo Là-bas; il
sacrificio dei bambini e il fenomeno delle breeders, ossia donne messe incinta
al solo scopo di partorire un feto destinato a fungere da sacrificio umano per
il rituale satanico, recupera i resoconti degli avvenimenti della Francia di
Guiborg e della La Voisin; le orge e gli altri riti sessuali descritti dai
survivors rispecchiano le descrizioni dei rituali di Boullan o di Crowley,
mentre a testimonianza di una prolugata serie di attività del movimento
satanista nel corso della storia, viene citato niente meno che uno dei testi
inventati da Taxil.
Tutta la “tradizione” satanista dei secoli precedenti gioca un ruolo principale
nel fornire importanti riferimenti ai rituali e alle malvagità raccontate dai
survivors, che a volte confessano di aver letto libri sull’argomento, prima del
recupero delle memorie represse effettuato durante le sedute. Proprio qui sta il
punto: i survivors non mentono deliberatamente, o almeno non lo fanno i primi
survivors, quando ancora essere un “sopravvissuto” non significa partecipare a
programmi televisivi di successo; al contrario credono fermamente ai loro
racconti, proprio in quanto costruiti in base ai ricordi recuperati durante le
sedute psicoanalitiche.
Esempio di questa auto-identificazione con una vittima di rituali satanici è
dato dalla vicenda di Lauren Stratford, autrice nel 1988 dell’autobiografia
Satan’s Underground , in cui racconta di essere stata una breeder per una setta
satanica e di essere stata ripetutamente oggetto di lesioni e violenze. Quando i
giornalisti di Cornerstone, che credono all’esistenza personale del Demonio e
alla pericolosità dei gruppi satanisti, cercano indizi che confermino le
dichiarazioni della Stratford, vengono a sapere che i parenti, amici e vicini di
casa assicurano di non averla mai vista incinta. Al contrario, testimoni
dichiarano di averla colta nell’atto di autoinfliggersi le lesioni denunciate
come opera della setta, e i giornalisti scoprono che in un arco di trent’anni
Lauren ha accusato un gran numero di persone di molestie sessuali, poi
riconosciute innocenti. E’ chiaro come le “memorie” riemerse nella mente della
Stratford non siano il resoconto di avvenimenti realmente accaduti, ma una sorta
di autoconvincimento rafforzato e corroborato da sedute psicoanalitiche poco
approfondite.
Contro le pericolosità insite nell’utilizzo di queste “false memorie” più tardi,
nel 1992, alcuni scienziati e avvocati fondano la False Memory Syndrome
Foundation (FMSF), che studia il fenomeno dei falsi ricordi, offre sostegno
psicologico e legale agli accusati e punta il dito contro psicoterapeuti dalla
scarsa preparazione professionale.
Ai tempi di Michelle Remembers, però, queste testimonianze vengono sostenute e
diffuse in maggior parte da strutture, sorte negli ambienti religiosi e non, che
fanno della lotta alle sette e al satanismo la loro unica ragione di essere: i
movimenti anti- satanisti laici e in primo luogo i movimenti contro le sette dei
protestanti fondamentalisti, i quali allertano la società e le forze di pubblica
sicurezza a considerare la reale pericolosità delle sette sataniche.
Collocando storicamente le violenze e i soprusi descritti dalle due più
importanti survivors del periodo (Michelle e Jenny), considerando la loro età
anagrafica e il fatto che entrambe sostengono di essere state introdotte al
satanismo all’età di cinque anni, si può datare tali avvenimenti intorno agli
anni 1954-1955. Per ammettere l’azione di una rete satanica così organizzata già
in quel periodo, bisogna sostenere che un gruppo consistente di satanisti sia
riuscito a celare per decine di anni omicidi, infanticidi e una stretta rete
organizzativa che abbia permesso di agire senza destare sospetti in nessuna
chiesa locale, forza politica o agente di pubblica sicurezza. In realtà di una
organizzazione del fenomeno del satanismo, si può parlare solo verso gli anni
Sessanta, con l’istituzione della Chiesa di Satana e di altre organizzazioni che
si sono in seguito formate, mentre precedentemente a questo evento, pur essendo
plausibile la presenza di singole persone o di piccoli gruppi dediti al culto di
Satana, non appare verosimile l’azione di un compatto fronte satanista nelle
aree in cui Michelle e Jenny situano le loro descrizioni.
La vicenda dei survivors deve essere letta tenendo presente anche queste
considerazioni.
IL CASO DELLA MCMARTIN
PRESCHOOL
Se l’opinione pubblica comincia ad essere già inquietata dai resoconti
dei “sopravvissuti”, la “grande bufera” scoppia, però, solo quando entra in
gioco l’ultima figura chiave dell’allarme satanista accanto agli psicologi e ai
survivors: i bambini.
Accanto alle testimonianze di survivors, ossia adulti che ricordano sotto ipnosi
l’evento traumatico subito da bambini, si affiancano le testimonianze dirette
dei bambini stessi: non si tratta solamente di pedofilia; i bambini interrogati
dalle autorità di polizia rivelano una serie di abusi e violenze commesse nel
corso di cerimonie a Satana.
Il primo e più famoso caso del genere è quello della McMartin Preschool, un
asilo nido per famiglie benestanti, a Manhattan Beach, un sobborgo di Los
Angeles, in California.
Il 12 agosto 1983 la madre di Matthew Johnson, un bambino di due anni, denuncia
alla polizia i sospetti di molestie sessuali da parte di Raymond Buckey, nipote
della fondatrice dell’asilo McMartin, che lavora part-time come assistente nella
scuola.
La polizia arresta Raymond e diffonde una circolare a circa 200 genitori dei
bambini che frequentano l’asilo o che lo hanno frequentato, chiedendo di
riferire eventuali episodi simili; nella lettera si specifica che Raymond,
fingendo di misurare la temperatura dei piccoli, potrebbe averli sottoposti a
“sesso orale, palpazioni dell'area genitale e delle natiche, sodomia” . I
genitori vengono invitati a cercare conferma interrogando i bambini.
Come risultato si scatena un panico generale, con decine e poi centinaia di
bambini che affermano di aver subito abusi sessuali, e denunce che coinvolgono
presto quasi l’intero corpo degli insegnanti della McMartin, compresa la sua
fondatrice, Virginia McMartin, di 77 anni e la figlia Peggy Buckey. Alla fine,
il numero di bambini coinvolti arriva a 350.
Viene assegnato al Children’s Institute International il compito di esaminare e
valutare le dichiarazioni dei bambini, e la terapista Kee Mc Farlane, che crede
alla vicenda dei survivors, è nominata responsabile del gruppo di esperti.
Dai racconti dei bambini emergono particolari truculenti: preside e insegnanti
vestiti di lunghi abiti neri sacrificano animali, obbligano i bambini a rapporti
sessuali perversi, imbrattano il viso dei piccoli con urina, feci e sangue,
riprendono la morte in diretta – i cosiddetti snuff movies - di neonati
sacrificati a Satana e poi mangiati.
I resoconti di tali cerimonie diventano ogni giorno più cruenti e inverosimili:
diversi ragazzini dichiarano di essere stati accompagnati in altre città per
assistere a cerimonie, di essere stati rinchiusi in gabbie con leoni e serpenti
o chiusi in una bara e calati in una fossa, di aver assistito alla mutilazione e
all'uccisione di animali, di essere stati costretti a partecipare all'omicidio
rituale di altri bambini dei quali Raymond ha bevuto il sangue e ha bruciato i
cadaveri, di essere stati molestati in un mercato e in un autolavaggio, di
essere stati portati in aereo a Palm Springs, violentati e riportati indietro,
di essere stati molestati nientemeno che dall’attore Chuck Norris.
Dopo questi racconti cominciano ad alzarsi critiche sul modo di condurre le
indagini e, in particolare, sul modo in cui i terapisti interrogano i bambini,
considerato eccessivamente “suggestionante”; un modo, cioè, che non terrebbe
conto della fragilità psicologica dei bambini, anzi, giocando sul loro facile
“condizionamento”, suggerirebbe loro proprio quell’immagini sataniche.
L’epilogo della vicenda dipende in parte da queste modalità di interrogazione,
registrate con l’utilizzo di telecamere che ne riprendono le fasi. Proprio
quegli elementi che inizialmente vengono a convalidare le testimonianze dei
fanciulli, successivamente vengono utilizzati per dare una reale dimensione del
caso McMartin.
Le procedure di interrogatorio dei bambini, infatti, si rivelano al limite di
una vera e propria circonvenzione di incapaci; per spiegare i loro racconti, ai
bimbi vengono assegnati dei pupazzi, completi di tutti i particolari anatomici,
attraverso i quali devono “rivivere” la scena, assegnando a ogni pupazzo il nome
delle persone reali sospettate degli abusi e quello delle altre vittime. Il
“gioco” viene pilotato dagli interroganti attraverso domande capziose e la
MacFarlane istruisce i suoi collaboratori a non accettare un "no" come risposta,
ma a insistere con ogni mezzo affinchè “la verità” dell’abuso venga a galla .
L'avvocato Michael Snedeker e la giornalista investigativa Debbie Nathan in una
indagine sul caso McMartin dimostrano l’inadeguatezza delle indagini, la
mancanza di prove e l’eccesso di zelo degli interroganti, descrivendo alcuni
degli interrogatori sostenuti dalla MacFarlane e i suoi collaboratori: “…a
questo punto MacFarlane prende un pupazzo completo di genitali, dice che si
chiama Ray, e dice a Tanya di usare ‘il signor Animale’ per spiegare ciò che Ray
le ha fatto. Tanya inizia a muovere la bambola e a simularne la voce, mentre
MacFarlane finge che una bambola femminile sia Tanya. 'Oh, signor Ray - Ray, Ray,
mi stai toccando, eh? Dove mi stai toccando, Ray?', squittisce MacFarlane.
'Sulla pipì', risponde Tanya, e non è chiaro a nome di chi stia rispondendo: di
sé stessa o della bambola?
La seduta diventa una scena di bambole nude, con genitali che si toccano,
sfregano e minacciano a vicenda, falli in bocca ecc. ‘Ooooh, è successo
questo?’... dice MacFarlane. 'Non è successo! Sto solo giocando', la corregge
Tanya [...] Si parla... delle case dei molestatori, ma non è chiaro se sono case
reali o case di bambole.
Cogliendo un suggerimento di MacFarlane, Tanya dice che Peggy Buckey era
presente durante lo stupro. Verso la fine dell'interrogatorio, Tanya è
palesemente stanca di tutti quei discorsi sugli insegnanti: dice che la bambola
di Ray è spiacente per quello che è successo, che non lo farà più e che dovrebbe
uscire dalla sua finta cella, poi si mette a giocare con un'altra bambola, il
signor Squiggly Wiggly, una scimmia di pelouche... Ma MacFarlane vuole
riportarla alla realtà, e le chiede: 'Conosci la differenza tra la verità e la
bugia? Sai cos'è una bugia?'. La bimba risponde: 'Ehmmm... Ha i dentoni ed è
marrone'. A questo punto, MacFarlane le chiede se ha detto 'la verità alla
macchina segreta' [la videocamera, N.d.T.]. La bimba rimane in silenzio, con la
bocca spalancata. Fa solo un cenno col capo.
Al termine della seduta, MacFarlane...conclude che la bimba è stata violentata.
Esorta la madre a dire a Tanya quanto è fiera di lei e quanto le vuole bene
perché ha rivelato quei segreti… Quindi notifica alla Procura che Tanya è una
delle vittime di Ray Buckey” .
Sulla base delle dichiarazioni dei bambini vengono ispezionati i luoghi indicati
dagli stessi e vengono effettuati degli scavi nel cortile della scuola alla
ricerca dei tunnel teatro dei riti satanici, ma in nessun caso è recuperata
alcuna traccia.
Nel marzo 1984, vengono indagate sette persone fra docenti e proprietari della
McMartin, per un totale di 208 capi di accusa riguardanti abusi su 40 bambini.
Dopo 20 mesi di udienze preliminari, l'accusa offre sconti di pena a ciascun
imputato perché testimoni contro gli altri, ma nessuno accetta. Nel frattempo a
Judy Johnson, la madre del piccolo Matthew, che ha dato inizio con la sua
denuncia al caso McMartin, viene diagnosticata una paranoia schizofrenica.
Nel gennaio 1986 dopo l’elezione del nuovo Procuratore Distrettuale, Ira Reiner,
cadono tutte le accuse contro 5 degli imputati, mentre restano 52 capi
d'imputazione contro Ray Buckey e 20 contro Peggy Buckey, più un'accusa comune
di associazione a delinquere. Nel gennaio 1990, dopo quasi 3 mesi di udienze e 9
di discussione, la giuria assolve Peggy Buckey, mentre Ray viene ri-processato
nell'agosto successivo e assolto definitivamente.
Nonostante le successive querele sporte da Peggy Buckey e Virginia McMartin
contro il Comune, la Contea e il Children’s Institute International, questi
tentativi falliscono perché una legge statale americana e diversi precedenti
giuridici sanciscono l'assoluta immunità di enti e associazioni come il
Children’s Institute International nel caso collaborino con la Pubblica Accusa.
Alla fine, il processo alla McMartin Preschool, conclusosi con la piena
assoluzione degli imputati e la demolizione della scuola, risulta il più lungo
processo penale della storia statunitense (6 anni, dal 1984 al 1990), oltreché
il più costoso ($15.000.000 spesi dallo Stato di California) mai intentato.
Un risultato, però, lo porta ugualmente: dalle dichiarazioni delle violenze
subite dai survivors nell’infanzia, alle testimonianze dirette dei bambini,
l’idea del complotto satanista si diffonde e convince parte dell’opinione
pubblica.
Tra il 1983 e il 1985, infatti, vengono denunziati 270 casi di “abuso rituale di
bambini” negli Stati Uniti e in Canada . Vengono riscontrati casi simili
all’episodio della McMartin in Texas, nel New Jersey, nell’Oregon, a Richmond in
Virginia, a Port Angeles nello stato di Washington, a West Point, a New York e a
Reno.
Il termine “ritual child abuse”, ossia abuso rituale di bambini, viene proprio
coniato, nel 1985, dagli esperti sugli abusi dell’infanzia, in occasione del
diffondersi di questi episodi, per denotare abusi sessuali occorsi “in a context
linked to some symbols or group that have a religious, magical, or supernatural
connotation, and where the invocation of these symbols or activities, repeated
over time, is used to frighten and intimidate the children” .
L’abuso rituale dei bambini diviene uno dei fenomeni più preoccupanti del
periodo.
IL SATANISMO CONTEMPORANEO
CLASSIFICAZIONE E GRUPPI
RICONOSCIUTI
L’attenzione posta al satanismo e il grande seguito che ne è scaturito a
livello giornalistico e televisivo, ha portato studiosi di sociologia,
psicologi, giuristi e antropologi a studiarne le caratteristiche cercando di
definire e classificare tale fenomeno. Dai più recenti studi sul satanismo, si
possono operare diverse “catalogazioni”, che tengono conto di alcuni possibili
differenti aspetti; la più famosa di queste schematizzazioni, tanto da essere
richiamata nel Rapporto italiano sulle sette del 1998, entro cui vengono
ricondotte ideologie e tendenze sataniste, è quella che distingue tra correnti
razionaliste, occultiste e del satanismo acido. Tale suddivisione, nata negli
ambienti della sociologia scettica americana degli anni Ottanta, è richiamata da
importanti esperti di nuovi movimenti religiosi come Massimo Introvigne e
Michele Del Re.
La prima forma di satanismo, il cosiddetto Satanismo razionalista, parte da una
visione del mondo anticristiana, che considera Satana simbolo del ragione, della
“morale personale” in luogo delle costrizioni sociali, della ricerca del piacere
in sé stesso. Il satanismo in questo caso è, più che una “religione del
Diavolo”, una prospettiva atea, scevra da qualsiasi riferimento religioso.
Il gruppo più famoso in questa sezione è la Chiesa di Satana, fondata nel 1966 a
San Francisco da Anton LaVey.
Nel Satanismo occultista possono essere raggruppati movimenti che aderiscono
alla visione teologica della Chiesa Cattolica, ma anziché rivolgersi a Dio,
professano la loro fede nel Satana biblico. Negli Stati Uniti questo genere di
satanismo è il risultato di scismi nella Chiesa di Satana, in Europa si rifà di
più all'occultismo della fine del secolo scorso. Il tempio di Set, una setta
fondata nel 1975 a San Francisco da Michael A. Aquino, in seguito
all’apparizione personale di Satana, da cui riceve il comando di venerarlo non
più con il vecchio nome, ma con quello di Set, appartiene a questo gruppo.
Il Satanismo acido, invece, comprende “…gruppi a sfondo sadico, orgiastico o
drogastico, dove il satanismo secondo alcuni studiosi è il pretesto per atti di
violenza, orge e droga-parties. Si tratta in effetti di piccolissimi gruppi non
strutturati, che si formano e si disfano solo per compiere qualche gesto
particolare. Sono quindi gruppi effimeri e disorganizzati, specializzati in
crimini rituali e orge, anche se non tutti i presunti crimini rituali e le orge
hanno sempre a che fare con il satanismo. I "satanisti acidi" formano piccoli
gruppi di circa dieci-quindici persone, sono spesso giovanissimi, si ritrovano
per consumare droga, leggere libri satanici ed ascoltare il rock cosiddetto
satanico” . Qualche volta si spingono fino alla profanazione di cimiteri e
chiese, o alla messa in scena di rituali nei boschi attorno alle città o ai
piccoli paesi.
La maggior parte delle notizie e degli allarmismi sul satanismo si riferisce
proprio a questi piccoli movimenti, i cui esponenti o semplici partecipanti
vengono alla ribalta delle cronache in occasione di “omicidi in nome di Satana”,
commessi da zelanti giovani servitori del Demonio, plagiati e guidati dalla
setta, come spesso informano i giornali, oppure spinti da problemi psicologici
molto più profondi, che a volte trovano origine nella situazione familiare,
prima che in quella “settaria”, che spesso si rivela inesistente. Episodi di
satanismo acido sono già stati citati precedentemente, in occasione della
vicenda di Manson e la sua “Famiglia”.
L’ultima corrente in cui viene classificato il satanismo è quella del
Luciferismo, “un satanismo di orientamento manicheo o gnostico, che traduce in
miti e riti, teologie in cui Satana o Lucifero è oggetto di venerazione
all'interno di cosmogonie che ne fanno un aspetto "buono" o comunque necessario
del sacro e della divinità. In questa corrente il movimento organizzato più noto
è quello nato a Londra nel 1961 e scioltosi nel 1974, denominato The Process” .
Accanto a questa distinzione di gruppi dediti al culto di Satana, si può
tracciare una mappa dei soggetti che si muovono entro queste aree, elaborata da
Michele Del Re :
- isolati tradizionali: streghe e maghi che rivestono in società l’abito dello
sciamano; sono dotati di speciali legami con l’anti-dio, da consultare per
ottenere fatture a morte, imprecazioni, ecc…
- isolati dediti a droghe, che godono di visioni sabbatiche e infernali nel trip
drogastico;
- isolati psicotici, sofferenti di follia religiosa a contenuto satanista. Tra
gli associati, sarebbero satanisti in senso proprio, puri, cioè legati al Satana
biblico;
- i Gruppi Satanisti tradizionali che celebrano messe nere e hanno una fede
opposta, ma parallela ai dettami cristiani;
- i gruppi dediti a droghe;
- gruppi di trasgressori sessuali, con tendenze sadomasochistiche e/o tendenze
orgiastico-naturalistiche.
Sarebbero impropriamente satanisti, invece:
- i seguaci di Baphomet (dio della sfera del divenire, contrapposto a Javè, dio
dell’essere, della sfera celeste);
- i carismatici, che credono nella rivelazione e nella venuta in terra di
Satana, demiurgo buono, capace di riparare la Creazione;
- i razionalisti, che identificano il Demonio con le forze compresse e represse
della nostra civiltà, forze che devono essere rivalutate e portate alla
coscienza (influenza Junghiana).
All’interno dei satanisti in senso “ufficiale” si possono distinguere vari
settori; un primo settore è quello dei gruppi – bande che si riuniscono attorno
a un leader carismatico “satanico” che si propone come “capo”, guida del mondo
dell’occulto, atteggiandosi a “sacerdote o a servo di Satana” per il semplice
fatto di essersi documentato sui vari testi di LaVey o aver imparato a memoria
qualche rituale di Crowley. Questi gruppi non possono rientrare nella
definizione di movimenti satanisti, o magici, in quanto mancano di una struttura
definita e stabile, l’organizzazione spesso ruota attorno solo a pochi contatti,
spesso semplicemente via Internet, con altri gruppi più importanti e famosi,
quando non manchino del tutto anche questi. Non hanno un sistema dottrinale e
non vi è proselitismo né volontà di comunicazione con il pubblico, ma rilevano
per il fatto che la loro attività spesso si traduce in eventi criminogeni, come
profanazioni di cimiteri, furti e danneggiamenti ai danni delle chiese locali, e
vari altri episodi di teppismo, e rientrano praticamente nella definizione di
satanismo acido.
All’estremo opposto si collocano i gruppi troppo organizzati, nati sulla base di
filosofie complesse e per questo poco adatte ad essere comprese e seguite dalla
totalità del gruppo, costretto ad una esistenza precaria. Un esempio del genere
ci è dato da The Process, una setta dell’epoca mansoniana che, rielaborando
l’interpretazione di Carl Gustav Jung sulla Trinità e sulla auspicabilità della
riemersione del “quarto elemento”- quello oscuro -, ha ideato una liturgia
“luciferiana” basata sulle coppie Geova-Lucifero e Cristo-Satana, studiata anche
con “osservazione partecipativa” del sociologo William Sims Bainbridge fino alla
fine del movimento stesso.
Fra questi due estremi si collocano i “nuovi movimenti religiosi satanisti”:
veri e propri movimenti religiosi, con un sistema dottrinale e teologico che ha
al suo centro il Diavolo. I principali sono:
- CHIESA DI SATANA(California): fondata da Anton Szandor La Vey, che ha
pubblicato alcuni libri diventati famosi in tutto il mondo: La Bibbia di Satana;
Il libro completo della strega; I Rituali satanici. Anton LaVey si fa chiamare
"il gran sacerdote di Satana" e la chiesa si dà dei veri e propri "sacramenti"
satanici: battesimo, matrimonio, funerale. “La Marina Militare degli Stati Uniti
indicherà la Chiesa di Satana come uno dei gruppi religiosi più diffusi tra i
suoi uomini, inserendola in un manuale per i cappellani dove si espongono in
dettaglio tutte le "necessità spirituali" dei marinai. Nel manuale la Chiesa di
Satana viene definita "del potenziale umano", dove Satana non è un essere
antropomorfico, ma rappresenta le forze della natura. Di fatto la filosofia
della Bibbia di Satana è questa: ‘La vita è la grande indulgenza la morte è la
grande astinenza. Per questo godetevi il meglio della vita qui e ora’. La Chiesa
ha grande successo tra i divi di Hollywood, mentre in Europa il più alto numero
di lettori delle opere di LaVey è in Italia” . La Chiesa di Satana è organizzata
in gruppi chiamati grotte ed esercita la sua attività prevalentemente per posta
o via Internet, mezzi tramite i quali si può richiedere l’affiliazione secondo
una scala di livelli che parte dal “novizio”, pagando le cifre stabilite per
ogni “grado”. E’ il movimento satanista più noto, a cui aderiscono personaggi
famosi del mondo musicale come King Daimond e Marylin Manson. Il razionalismo e
ateismo vogliono essere le uniche due componenti del credo istituito da LaVey,
quando anche la messa nera, una parodia blasfema e ricca di contenuti sessuali
della messa cattolica, che ne riprende il cerimoniale in una visione opposta,
rappresenta uno psicodramma che deve liberare i cristiani dalle loro
superstizioni e non ha nulla di effettivamente magico.
Dopo lo scisma intercorso nel 1975 la Chiesa di Satana si è ridotta a operare
principalmente per corrispondenza, e dopo un periodo in cui sembra per
tramontare, negli anni 1989-1990, grazie alle figlie di LaVey, Karla e Zeena, e
a Blanche Barton, nuova compagnia del “Papa Nero”, l’istituzione ha riguadagnato
terreno e il suo nuovo bollettino, The Black Flame, ripropone ai giovani adepti
la “legge del taglione”. Oggi, con la morte, nel 1997, di Anton LaVey, la Chiesa
di Satana è un’organizzazione di vendita per corrispondenza, a chiunque li
richieda, di tessere, diplomi di membro, e altro materiale, ed è rimasta nelle
mani di Blanche Barton e di uno dei più affezionati discepoli di Anton Szandor,
Peter Gilmore, che hanno spostato la sede a New York. Per quanto riguarda le
figlie di LaVey, Zeena ha ripudiato il padre e ora è sacerdotessa del Tempio di
Set, mentre Karla, dopo un litigio con la Barton per questioni di eredità, ha
fondato, nel 1999, una organizzazione satanica a San Francisco, chiamata First
Satanic Church.
- TEMPIO DI SET: Micheal Aquino, tenente del controspionaggio dell’Esercito
americano, nel 1969 conosce LaVey e in pochi anni diventa il suo braccio destro,
l’autore di vari rituali e il direttore del periodico della Chiesa di Satana The
Cloven Hoof. Nel 1975 Aquino rompe con LaVey apparentemente per problemi
organizzativi, ma in realtà per il classico conflitto fra il satanismo
razionalista di LaVey e idee decisamente più occultiste e convinte della realtà
di Satana come essere personale.
Nel 21 giugno 1975 Aquino invoca Satana, che gli chiede di essere chiamato Set e
gli rivela una genealogia occulta per cui il regno satanico si afferma
attraverso tre eoni: due finiti, guidati da Crowley e da LaVey, e il terzo
destinato a essere guidato dallo stesso Aquino.
Aquino professa una “grande magia nera” legata a un mito gnostico secondo cui il
creatore del mondo avrebbe voluto negare agli uomini l’intelligenza e questi la
hanno ricevuta dal “Principe delle Tenebre”, dalla cui parte sono chiamati a
schierarsi sfidando le presunte leggi morali del mondo, che derivano dal Dio
creatore limitato e ostile all’uomo. Oggi è la maggiore organizzazione satanista
su scala mondiale.
- CHIESA DELLA LIBERAZIONE SATANICA: nel 1986 un professore di inglese, Paul
Douglas Valentine, ha fondato nel Connecticut la Chiesa della Liberazione
Satanica, che appartiene alla stessa corrente del satanismo occultista di Aquino
e si ispira anche ai modelli ottocenteschi descritti in romanzi come Là-bas di
Huysmans.
- ORDINE DEL LUPO MANNARO: un autore di scritti sul satanismo, Nikolas Schreck,
ha fondato nel 1984 l’Ordine del Lupo Mannaro (Werewolf Order). Schreck si
ispira a LaVey, ma l’aggressività nei confronti del Cristianesimo è
particolarmente violenta. I riferimenti al nazional-socialismo hanno suscitato
simpatie in ambienti particolarmente legati al neo-nazismo.
- CHIESA DELLA GUERRA: la Chiesa della Guerra (COWAN) accetta molti degli
insegnamenti di LaVey: si dichiara pagana e atea, ma allo stesso tempo vuole
mantenere “gli aspetti validi delle religione”, cioè il rituale e i simboli. La
Church of War celebra la vita come guerra di tutti contro tutti, dove non c’è
misericordia e contano solo la forza e il coraggio. Satana è il simbolo della
guerra, e le guerre come grandi rituali satanici pubblici non devono essere
evitate, ma favorite.
Non solo l’America è protagonista del fenomeno satanico, in quanto anche
l’Italia ha la sua collezione di Chiese Sataniche Ufficiali, gruppi dediti a un
satanismo dichiarato, che hanno tanto di sito Internet “ufficiale” e a volte
partecipano a trasmissioni televisive:
- CHIESE DI SATANA: a Torino sono presenti due differenti movimenti che si
denominano “Chiesa di Satana”; un gruppo nasce negli anni Sessanta e segue
l’impostazione filosofica della Chiesa di Satana di San Francisco, basandosi
sulla Messa Nera secondo la versione “interna” degli adepti di LaVey, incentrata
sulla consumazione dell’amrita crowleyano.
La seconda – la CHIESA DELLA LIBERAZIONE SATANICA - trae la sua origine dai
contatti con un occultista francese degli inizi del 1970, Claude Seignolle, che
ha scritto una serie di opere sulle presenza del Diavolo nella tradizione
popolare francese e si è conquistato una fama indubbiamente insolita. Questa
seconda Chiesa di Satana è meno razionalista della precedente, e tenta con i
suoi rituali dal “sapore forte” di evocare un Diavolo reale.
- O.T.O. (ORDO TEMPLI ORIENTIS): Roberto Negrini, dopo essersi interessato di
dischi volanti e avere avuto contatti con diverse branche straniere dell’O.T.O,
ne ha fondato uno indipendente, che si denomina “luciferiano”. Negrini,
tuttavia, mantiene ferma l’ideologia originaria di Crowley, per cui solo l’uomo
è l’unico dio, anche se una certa dose di ambiguità nei manuali e riti del
movimento, hanno permesso a stampa e televisione italiane di vedere in Negrini
un prototipo di satanista italiano.
- CONFRATERNITA DI EFREM DEL GATTO: Sergio Gatti, vero nome di Efrem del Gatto,
ha fondato nel 1980 a Roma la sua confraternita che ritiene Lucifero superiore a
Satana e crede che sia un personaggio realmente esistente. Del Gatto celebrava i
riti luciferiani una volta al mese nel suo Tempio sito nella zona del Monte
Sacro, ed esercitava una attività di mago a pagamento. E’ deceduto il dicembre
del 1998 all’età di 54 anni.
- BAMBINI DI SATANA: le origini del gruppo dei Bambini di Satana Luciferiani di
Bologna risalgono ai primi anni Ottanta, e ruotano attorno alla figura del suo
fondatore, Marco Dimitri (o Bestia 666, come si definisce lui stesso), ex
guardia giurata e ora “sacerdote di satana” a tempo pieno. Il gruppo celebrava i
suoi rituali in casolati diroccati o boschi, ma ora si è dotato di un tempio a
Bologna. “I riti comprendono messe “nere” e messe “rosse” in cui, secondo
Dimitri, tutti hanno rapporti sessuali con tutti anche di tipo omosessuale e si
ricorre se del caso a pratiche sado-masochistiche per scatenare certe energie” .
Gli adepti possono usufruire di una serie di servizi, che vanno dai matrimoni
fra uomo e donna a quelli fra uomo e uomo o donna e donna, o, ancora fra donna
uomo e donna, e così via.
La loro filosofia satanica è riassunta in sei punti: l’esaltazione del vizio;
l’arte; la guerra; la scienza; lo spirito, che è orgogliosa confidenza in sé
stessi; la ricchezza.
Nel Vangelo Infernale Dimitri proclama: “Io, Marco Dimitri, dopo la morte di
Crowley, la caduta di LaVey e di Manson, data l’idiozia dell’idea dell’esistenza
di una Chiesa di Satana, ridicolo controsenso, mi propongo quale riferimento
mondiale del culto demoniaco. Il mio fine è essere la giovane guida di tutti i
demoni della terra”.
Tra il 1989 e il 1992 infiltrati dei carabinieri hanno provocato noie per
Dimitri e perfino una irruzione nel 1992 nel Savignano sul Rubicone, nel
Riminese, mentre una sacerdotessa giaceva nuda sull’altare. Le conseguenze
penali sono state nulle, ma è in quell’occasione che Dimitri ha perso il suo
incarico di guardia giurata.
Sicuramente meno famose e ancora per la maggior parte coperte da un velato
mistero sono altre sette sataniche individuate in Piemonte - i Figli Di Satana -
, a Pescara - le Ierudole di Ishtar, gruppo satanista tutto al femminile - e in
Liguria – il Sacro Cerchio dell’Alba Dorata - .
IL SATANISMO IN ITALIA: I
CASI PRINCIPALI
I “BAMBINI DI SATANA
LUCIFERIANI”
Il satanismo, come abbiamo visto, è composto da diverse tipologie. Nella
corrente occultista/razionalista, di solito istituzionalizzata in gruppi
pubblici e riconosciuti, si può credere nella reale esistenza del Demonio,
oppure in una concezione del Diavolo come simbolo estremo, privo di connotati
concreti, della contrapposizione ai valori socialmente accettati.
La corrente del luciferismo ritiene che Satana sia un aspetto necessario della
divinità e non abbia connotazioni negative.
La corrente del satanismo acido, che manca di organizzazione e strutture
stabili, è la parte più evidente e più allarmante del fenomeno.
Scorrendo gli esempi di “delitti satanici” via via citati, si può osservare che
la pressoché totalità di questi rientra nella tipologia del satanismo acido.
Una serie di articoli di varie testate giornalistiche, citata da Michele Del Re
nel suo “Riti e Crimini del Satanismo” , riferisce notizie di furti di ostie
consacrate e altri crimini commessi da presunti satanisti, nel periodo
1984–1992.
Anche in tempi più recenti la cronaca riporta notizie di profanazioni
cimiteriali, espressione di un satanismo sacrilego: “fra il ’90 e il ’91 si
segnalano profanazioni notturne a Pianezza e a Reano (Torino), a Castrezzato
(Brescia), a Trieste, a Reggio Calabria, a Incisa Valdarno (Firenze), a
Collegara (Modena), a Torino e in Val d’Aosta. Tra ottobre e novembre, a Padova
si registrano ben due furti sacrileghi (la mandibola di sant’Antonio e un
frammento del cranio di santo Stefano d’Ungheria)[….] A gennaio del ’92 si
profanano le chiese della frazione Geronima di Treviglio e San Luigi Martinengo,
a pochi chilometri da Milano […] tra il marzo del ’92 e l’aprile del ’93, ci
sono devastazioni ad Alberese (Grosseto), Rivalta Scrivia (Alessandria), a San
Cassiano di Moriano (Lucca), a Introd in Val d’Aosta, a Reggello (Firenze) e ad
Anagni (Frosinone); e persino tracce di messe nere e sacrifici di animali nei
sotterranei dello Stadio San Paolo a Napoli” .
Questi episodi diventano per qualcuno chiari segni della presenza di sette
criminali che agiscono in segreto per portare disordine e morte nella società.
Per altri costituiscono solo una serie di segnali lanciati da adolescenti
annoiati, che scoprono le pratiche sataniche come efficace mezzo di
contrapposizione e contestazione.
In Italia non si è raggiunto il livello di allarme manifestatosi in America, ma
voci differenti sorgono occasionalmente, nel corso di episodi che mostrano
possibili collegamenti occultistici, a denunciare la pericolosità dell’operato
di gruppi satanisti e dei vari satanismi di sorta.
La presenza di sette sataniche riconosciute, che pur non hanno una risonanza
tale da paragonarsi alla Chiesa di Satana di LaVey in America, contribuiscono ad
avvallare le tesi sataniste e a sottolineare l’esigenza di una adeguata
considerazione del fenomeno.
Il caso più famoso, che vede come protagonista una setta riconosciuta, è quello
dei Bambini di Satana Luciferiani, della ex guardia giurata bolognese Marco
Dimitri.
Già nel 1992 la setta vede l’irruzione dei carabinieri in un “luogo di culto”, a
Savignano di Romagna, durante il “battesimo” di un nuovo adepto, in realtà un
agente delle forze di polizia, infiltrato nel gruppo. La cerimonia si sta
svolgendo sul corpo di una donna nuda, con in grembo un teschio di plastica,
circondata da persone con tuniche nere e cappucci. Sulle mura e sui mobili vi
sono spade e ritratti raffiguranti il Diavolo. I carabinieri sequestrano tutto e
denunciano i seguaci della setta per favoreggiamento e sfruttamento della
prostituzione.
Il procedimento penale non ha conseguenze, se non quella di far perdere il posto
di guardia giurata a Marco Dimitri.
E’ nel 1996, però, che inizia la vicenda più famosa legata al gruppo dei Bambini
di Satana.
Il 24 gennaio 1996 i carabinieri arrestano Marco Dimitri (33 anni), Piergiorgio
Bonora (21 anni) e Gennaro Luongo (28 anni), vertice della setta luciferiana dei
Bambini di Satana, con le imputazioni di ratto a fine di libidine e violenza
carnale.
A denunciare il gruppo è l’ex fidanzata di Luongo, una sedicenne chiamata dai
giornali col nome fittizio di “Simonetta”, la quale sostiene di essere stata
narcotizzata e stuprata durante una messa nera inscenata dai Bambini.
La ricostruzione di "Simonetta" è lacunosa; gli avvocati difensori affermano che
la ragazza è stata condizionata dalla famiglia, ostile alla sua relazione con
Luongo, e che due mesi prima ha addirittura tentato di ritrattare, telefonando
ai carabinieri per dire che si è inventata tutto.
Nel frattempo, sul Resto del Carlino , l'1/02/96, il giornalista Canditi,
parlando della vicenda, scrive del sequestro da parte delle forze di polizia, di
alcuni "floppy disc" contenenti i nomi di cinquanta minorenni, che è possibile
siano stati usati anche in "sacrifici".
In realtà i dischetti contengono solo videogames Amiga incompatibili col
Macintosh di Dimitri, mentre riguardo agli iscritti minorenni e al loro "uso"
nei "sacrifici", Dimitri precisa più volte che i "riti sessuali" consistono in
rapporti tra "iniziati" maggiorenni e consenzienti e che i minori di 18 anni
possono solo comprare le felpe e gli altri gadgets creati appositamente dalla
Bambini di Satana Srl.
Più tardi gli avvocati difensori denunciano la disparità tra accusa e difesa; il
Gip acquisisce nuovi atti di cui i difensori non vengono a conoscenza, e li pone
a fondamento della sua decisione di mantenere agli arresti i Bambini di Satana.
Sulla base di queste contestazioni, il 12 febbraio il Tribunale del Riesame
decide per la scarcerazione.
La vicenda è, però, ancora lontana dall’essere conclusa: alla fine di febbraio
1996 si scopre il probabile coinvolgimento di un bambino di tre anni, che
sarebbe stato trascinato in una messa nera e fatto stendere in una piccola cassa
da morto o in una tomba; a inscenare il rituale sarebbero stati proprio i
Bambini di Satana.
Il 6 giugno Dimitri, Bonora e Luongo vengono arrestati per la seconda volta. Le
accuse sono di concorso in vilipendio di cadavere, ratto di minore a fini di
libidine e violazione di sepolcro.
Anche la testimonianza di “Simonetta”, viene interpretata diversamente, si
arricchisce di dettagli grotteschi e il ruolo stesso della ragazza nella vicenda
cambia sostanzialmente: non più semplice vittima di un abuso, ma ex-sacerdotessa
di Satana pentita, che avrebbe assistito proprio al rituale del piccolo bimbo,
soprannominato, per comodità di cronaca,“Federico”.
Nei mesi successivi, “Simonetta” descrive alcuni omicidi rituali che sarebbero
stati compiuti dalla setta, fra cui quelli di un immigrato africano, ucciso a
coltellate, e di un bimbo rom.
Coinvolge, poi, la madre della cugina baby-sitter di “Federico”, che viene
prosciolta nell’udienza preliminare del 28 ottobre.
Intanto, dal 9 giugno 1996, Marco Dimitri, Piergiorgio Bonora e Gennaro Luongo
(conosciuti come i “Bambini di Satana”) vengono detenuti al carcere della Dozza
con accuse di plagio e abusi sessuali su minori.
Il 9 agosto, gli avvocati di Luongo e Bonora chiedono gli arresti domiciliari
per i loro assistiti, ma per la Procura, con a capo il PM Lucia Musti, sono
“socialmente pericolosi”, quindi non scarcerabili.
Il 10 ottobre la stampa da’ notizia della richiesta di rinvio a giudizio e
dell’apertura di un nuovo filone d’indagini sui presunti sacrifici umani. Gli
elementi in mano all’accusa sono, però, fragili: le testimonianze sono
contraddittorie; le sostanze stupefacenti, presumibilmente utilizzate, non sono
individuate; i luoghi dove si fa riferimento alle tombe violate e alla
sottrazione di cadaveri rimangono imprecisati.
Il 15 ottobre, Gennaro Luongo viene scarcerato per decorrenza dei termini.
Dimitri e Bonora restano alla Dozza in attesa del processo, il cui inizio è
fissato per il 13 febbraio 1997.
Oltre che sulle dichiarazioni di “Simonetta”, che lasciano sottendere
l’esistenza di un milieu satanista nazionale, le accuse si basano sul racconto
del bambino, fondato su quanto la madre riferisce, più che sull’osservazione
diretta del perito. Inoltre, in relazione all’attendibilità degli elementi di
prova, occorre precisare che la narrazione di quanto è accaduto avviene
attraverso l’utilizzo di pupazzi, e che la madre di “Federico”, di fronte a
comportamenti “strani” del figlio, si era rivolta a un esorcista, già prima
dell’inizio del processo.
Alla prima udienza “Simonetta” accusa un malore, chiede il rinvio a giudizio, e
nelle udienze successive non si presenta più in aula.
Senza il rinvenimento di prove determinanti, la vicenda processuale dei Bambini
di Satana si conclude con la piena assoluzione di tutti gli imputati, assolti
“perché il fatto non sussiste” .
Paradossalmente, da questa vicenda, Dimitri e gli altri Bambini di Satana
Luciferiani escono con una maggiore notorietà, avallata da numerose apparizioni
televisive in rotocalchi di discussione, tanto che, quando ci si immagina il
satanismo oggi, in Italia, si pensa ai Bambini di Satana.
LA SCELTA SATANISTA
Se questo quadro può ben rispecchiare le motivazioni e le ragioni
dell’adesione di un numero crescente di adepti a sette e a nuovi movimenti
religiosi alternativi alle grandi religioni, per quanto riguarda il satanismo,
sono necessarie alcune precisazioni.
I nuovi movimenti religiosi, infatti, propongono una diversa visione della vita
e della morte, e un percorso particolare per raggiungere la felicità, la
serenità e la vita eterna. Si tratta di dottrine salvifiche che attraverso un
cammino di redenzione, porterebbero l’individuo a conoscenza della “verità”.
I presupposti del satanismo sono completamente diversi. Qui si tratta di un
movimento che celebra l’icona stessa del male, che ribalta la morale comune e
che è visto dalla società in maniera ostile e refrattaria.
La scelta di adesione a questo movimento non può essere la stessa che sottende
quella dei nuovi culti religiosi.
La setta satanica opera diversamente. In primo luogo è messo in discussione il
concetto stesso di “scelta”. Infatti, se per i nuovi movimenti religiosi si
tratterebbe pur sempre di una iniziale scelta volontaria - sulla spinta di
insoddisfatte “tensioni” all’infinito - poi “viziata” da condizionamenti
psicologici e da altri espedienti , per il satanismo la maggior parte degli
adepti risulterebbero al tempo stesso vittime di un adescamento contro la loro
volontà, perpetrato attraverso l’utilizzo della violenza.
I partecipanti alla “messa nera” e agli altri rituali, soprattutto quelli a
carattere sessuale, vengono rapiti con l’inganno o con la forza, oppure
minacciati in altri modi.
Quello di una setta satanica non è un proselitismo esplicito: una volta
individuata la loro vittima, gli esponenti della setta satanica utilizzano la
forza o la droga come principali strumenti di condizionamento della volontà.
Dopo la celebrazione del rito, l’adepto-vittima non è più in grado di lasciare
la setta a causa dei ricatti e delle minacce del gruppo.
Un esempio, in questo senso, ci è dato da un caso avvenuto nel 1985 a Bologna;
dove i componenti di una setta satanica, hanno rapito e posto sotto narcoipnosi
una giovane signora, allo scopo di farne una “vittima sacrificale” per una messa
nera.
Il processo, svoltosi nel 1996 e che ha portato alla condanna di alcuni membri
della setta, si è servito della perizia del medico-legale Arone di Bertolino
della Società Italiana di Psicoterapia e Ipnosi.
La donna, ospite in casa da un’amica, viene dapprima narcotizzata sciogliendo in
una tazzina di caffè una associazione di bromidrato di scopolamina e cloridrato
di cocaina, quindi viene ipnotizzata da parte di un uomo e di un’altra donna,
anch’essi ospiti nella stessa casa. Cominciando con discorsi su Satana, i due
proseguono con suggestioni dirette, fissando la vittima negli occhi per creare
il rapporto ipnotico, mentre la donna sente crescere in sé il panico e un
malessere fisico dovuti agli effetti farmacologici.
Dopo aver ottenuto la completa padronanza della volontà della donna, i due la
trasportano in una casa isolata, dove una ventina di persone incappucciate la
sottopongono a un rituale. Alla fine della messa nera le vengono impartite le
istruzioni post-ipnotiche e prospettate serie minacce nel caso rivelasse
l’accaduto.
Il giorno successivo la donna comincia a ricordare in maniera frammentaria
quanto successo, mentre il seguente intervento dello psichiatra permette di
rimuovere i traumi psicologici subiti dalla vittima e di ricostruire in sede
processuale le fasi di un caso praticamente unico nel suo genere nella casistica
italiana .
Un’altra caratteristica delle sette sataniche è che queste coinvolgono
principalmente minori, proprio per la loro facile suggestionabilità e incapacità
di giudizio.
In base a queste condizioni il lavaggio del cervello avrebbe allora un ruolo
assai marginale nell’operato di una setta satanica.
La situazione di tali gruppi, però, può essere descritta anche in un modo
differente.
Se il reclutamento di adepti-vittime attraverso la droga e la violenza può
spiegare il modo di agire di sette clandestine, rientranti per la maggior parte
nel cosiddetto “satanismo acido”, non è sufficiente a dare ragione
dell’esistenza di movimenti satanisti istituzionalizzati, come la Chiesa di
Satana californiana.
Accanto al modello della violenza, esisterebbe quello della scelta consapevole,
basata su una sorta di attrattiva esercitata dal culto satanico in sé sul
potenziale adepto.
Il mito nietzschiano del “super-uomo”, l’ipervalutazione della ricchezza, della
fama, del sesso libero e del potere, sono i cardini principali attorno a cui
ruota la filosofia del “satanismo razionalista", che propone una felicità tutta
immediata e terrena per chi non abbia scrupoli a vedere il Diavolo come semplice
simbolo di questo illimitato culto dell’uomo.
Il lavaggio del cervello consisterebbe proprio nel travisamento dell’operato
della setta con una ricerca materiale ed egoistica della felicità.
In un’altra prospettiva, poi, coloro che sono incapaci di realizzare nella
società e attraverso i suoi normali meccanismi le proprie aspirazioni, possono
vedere il satanismo come un alternativo e più semplice strumento di
realizzazione di sé stessi, e nel faustiano “patto col Diavolo” la soluzione
alla loro ansia di potere.
Come si vede, la risposta alla questione su cosa spingerebbe una persona ad
abbracciare un movimento controverso come quello del satanismo, non è unica né
univoca.
Sussistono una serie di elementi inquadrabili nel lavaggio del cervello,
nell’utilizzo di droghe o della forza, nella scelta “falsata” da prospettive
appetibili, oppure irriducibilmente consapevole, che possono coesistere nella
opzione per il satanismo.
Occorre poi dare rilevanza al singolo fatto, al caso specifico, in quanto se
diverse sono le attività di una Chiesa di Satana riconosciuta a livello pubblico
e quelle di un disorganizzato gruppo di adolescenti, diverse saranno anche le
motivazioni che sottendono a tali condotte.
Nel tentare una generalizzazione, o meglio, una sorta di profiling del
satanista, Michele Del Re afferma che chi aderisce a un culto satanico, avrebbe
le caratteristiche del “criminale sociopatico”.
Fra queste, le principali sono:
- incapacità di formare durevoli relazioni sociali, cui corrisponde il valutare
le persone come se fossero oggetti inanimati;
- mancanza dei valori comunemente accettati e conseguente difficoltà di trovare
modelli all’interno della società;
- atteggiamento antisociale che si traduce in commissione di atti violenti,
spesso a carattere gratuito, e comportamento parassitario unito al bisogno di
ricevere fiducia ed essere gratificato;
- incapacità di provare senso di colpa;
- mancanza di coscienza etica: attacchi di furia violenta e un comportamento
aggressivo e pericoloso sono la risposta alle sue normali frustrazioni;
- tendenza al comportamento bizzarro e grottesco come tendenza a cercare alti
livelli di eccitamento ed emozione;
- atteggiamento di brutalità verso gli animali, che è manifestazione della
insensibilità per il dolore altrui;
- comportamento sessuale eccessivo e perverso, caratterizzato soprattutto da
componenti sado-masochistiche;
- all’impulsività corrisponde l’infantilismo di comportamento che non riesce a
rinunciare a piaceri immediati per mete più lontane;
- nel carattere sociopatico, è presente una forza di simpatia superficiale e
buona intelligenza, tanto che non di rado è visto come una persona di fiducia;
- tendenza a mentire, irresponsabilità e inaffidabilità.
Accanto a questa figura, Del Re individua altre tre categorie di satanisti
“perversi”, in una prospettiva psicologica: il “satanista psicopatico”, che vive
senza conflitti o sensi di colpa la sua perversione, che degrada la vittima a
mero oggetto di soddisfazione libidica. Il “satanista nevrotico”, che vive la
perversione sotto forma di coazione a ripetere, che prescinde dal principio del
piacere e della convenienza; è accompagnato da angoscia e sensi di colpa, e
trova conforto ricorrendo a forme di espiazione attraverso autopunizioni,
rivolgendosi all’esorcista, o stipulando un “patto col Diavolo” perché
paradossalmente questo contratto limita la sua perversione e lo libera da una
responsabilità personale.
Infine, il “satanista psicotico”, la categoria del malato organico che comprende
schizofrenici e psicotici in generale, per i quali la perversione rappresenta un
sintomo accessorio al loro disturbo mentale
E’ da sottolineare, poi, come nella formazione di tali personalità e nell’esplicitamento
delle tecniche di “adescamento satanico”, per molti studiosi del fenomeno del
satanismo, hanno un ruolo di primo piano i giochi di ruolo, la musica rock e
Internet.
IL RUOLO DELLA MUSICA
Anche nelle considerazioni su come vengono ad operare i satanisti
nell’ambito della ricerca di nuovi adepti o cultori del Demonio, emerge una
corrente fondamentalista che individua alcuni mezzi attraverso i quali il grande
complotto delle sette sataniche insidierebbe le menti dei giovani,
predisponendoli al messaggio satanista.
Oltre che dalla forza, dalla furtiva somministrazione di droga, dal lavaggio del
cervello o dalla propria “volontà di potenza”, come espressione di una
inadeguatezza sociale o di una mente malata, le persone sarebbero attratte nel
culto di Satana anche attraverso i giochi di ruolo e la musica.
Per mezzo di questi “canali preferenziali”, migliaia di adolescenti cadrebbero
ogni anno nella trappola satanista e si renderebbero responsabili di crimini e
delitti in realtà frutto dell’istigazione delle sette.
Se i meccanismi dei “nuovi movimenti religiosi”, costruiti solo per trarre
profitto dalla fragilità delle persone o dal loro desiderio di “assoluto”,
appaiono deplorevoli, ancora più subdoli sono i metodi del satanismo, che oltre
a utilizzare l’inganno o la menzogna, adottano tecniche di convincimento molto
più raffinate.
Nella parte riguardante il “complotto internazionale” si è già discusso in che
modo i giochi di ruolo come Dungeouns & Dragons siano ritenuti responsabili di
alcuni crimini legati al satanismo.
Ora occorre dar conto di come una analoga accusa sia stata mossa contro la
musica rock, e in particolare, contro l’heavy metal, il rock “duro”.
La musica da sempre è uno dei mezzi di comunicazione più immediati fra i
giovani, e per molte persone costituisce una forma di “compagnia”, molto più che
la televisione o un libro.
Un genere di musica, in particolare, si è sempre fatto portatore di una
considerevole dose di anticonformismo, di ribellione e di innovazione: il rock.
Qualche antisatanista sostiene che tutto il rock è “satanico”, a prescindere dai
suoi contenuti, mentre la maggior parte di questa corrente afferma che solo una
particolare musica promuove e inneggia alla violenza, al suicidio,
all’occultismo e a Satana.
E’ il caso dell’heavy metal, un filone dell’hard rock, nato alla fine degli anni
Settanta.
Indubbiamente vi sono gruppi metal, per la maggior parte rientranti nelle
sottocategorie del death metal e black metal, che nei testi, nelle copertine e
nel modo di proporsi al pubblico adottano elementi demoniaci o infernali.
Inoltre, la maggior parte dei gruppi black metal si dichiarano, ed è facilmente
deducibile dalle copertine dei loro album, marcatamente anticristiani.
Alcune affermazioni ambigue, il gusto per l’horrorifico, per il vampirismo e per
l’esoterico contribuiscono a diffondere la sensazione di trovarsi di fronte a
dei veri e propri “discepoli di Satana”.
Venom, Merciful Fate, Deicide, Death SS, Celtic Frost, Emperor, Marduk,
Carphatian Forest sono solo alcuni dei centinaia di nomi di gruppi “hard” che
ispirano i loro testi a messe nere, riti cannibaleschi, invocazioni a Satana,
celebrazioni del sangue e della violenza.
Fra questi si situerebbe anche Marylin Manson, figura sicuramente molto più
conosciuta nel mondo della musica.
Il satanismo esplicito di questi gruppi porterebbe i giovani a essere
influenzati pesantemente nel loro modo di pensare e di vivere, portandoli ad
assumere atteggiamenti violenti e amorali.
Come esempio della pericolosità di questi gruppi musicali, vengono spesso citati
gli omicidi compiuti da Bard Eithun, batterista degli Emperor e quello commesso
da Count Grishnackh, in arte Burzum, un nazista convinto. Due casi – perloppiù
dove l’elemento scatenante è sempre la droga - su qualche migliaia di gruppi
incensurati.
Anche gli stessi nomi dei complessi hanno un contenuto blasfemo, basti pensare
agli Impaled Nazaren – “Nazareno Impalato” -, così come i titoli delle canzoni,
che richiamerebbero indubbiamente un collegamento occultistico; un esempio su
tutti, la canzone “Mr Crowley” di Ozzy Osbourne, dedicata, appunto, ad Aleister
Crowley.
La grande maggioranza di questi musicisti, però, dichiarano di non credere
affatto al Diavolo, e di adottare certi atteggiamenti solo perché le case
discografiche hanno scoperto che un certo “satanismo” favorisce le vendite .
Vi sono poi casi in cui i musicisti sono realmente coinvolti nell’occulto, ad
esempio Jimmy Page, dei Led Zeppelin, storico gruppo rock degli anni Settanta,
condivide le dottrine di Aleister Crowley, e pare che abbia vissuto in una delle
abitazioni appartenute a lui, un cottage nei pressi di Loch Ness.
Si è già detto inoltre dell’affiliazione di Marylin Manson e King Diamond alla
Chiesa di Satana, ma anche questo appare più una scelta di marketing che un
reale interessamento.
Un altro fronte di accuse al mondo del rock, ma anche di altri generi musicali,
è quello che addebita a certi musicisti l’utilizzo di quei subdoli mezzi di
adescamento che superano le tecniche del lavaggio del cervello adottate presso
certi nuovi culti religiosi.
Tali mezzi sono i messaggi subliminali, ossia frasi o singole parole che
incitano alla violenza, al suicidio, alla droga, al nichilismo, o a Satana,
nascosti nelle canzoni di questi artisti.
I messaggi subliminali possono essere inseriti direttamente, nascondendoli in
una traccia musicale non percepibile normalmente dall’ascoltatore, oppure
utilizzando il cosiddetto backword masking, ossia inserendo messaggi “nascosti”
ascoltabili soltanto da chi faccia girare il disco o la cassetta al contrario.
La nocività di queste tecniche è descritta in Italia soprattutto da Giuseppe
Cosco e dai libri del giornalista Carlo Climati, sostenitore del “satanismo
esplicito” dell’heavy metal.
Ad esempio, ascoltando al contrario “Starway to Heaven” dei Led Zeppelin, si
dovrebbero percepire le parole: “Ecco il mio dolce Satana, la piccola via non mi
renderà triste, e della quale il potere è a Satana. Egli darà il progresso,
dandoti il sei, sei, sei”; mentre un messaggio subliminale diretto è nell’album
dei Christian Death, “Prayer”, dove è ascoltabile un “Padre Nostro” recitato al
contrario .
Le accuse di celare messaggi subliminali non sono limitate al mondo del metal,
basti pensare che anche ai cantautori italiani Battiato e Zucchero è addebitato
il fatto di inserire frasi rovesciate, che inneggiano all’alcool, alla droga o
al suicidio.
Per gli autori come Cosco e Climati, i messaggi rovesciati rappresenterebbero un
tentativo di realizzare dei piccoli rituali esoterici attraverso la musica,
oltre che un incitamento ad abbracciare il male.
I messaggi subliminali si depositerebbero nell’inconscio degli ascoltatori e li
influenzerebbero.
Se è certa l’esistenza di questi messaggi in molti album, controversa è la
questione se il cervello umano possa realmente captare i risultati del backword
masking e degli altri messaggi subliminali.
Uno studio effettuato dagli psicologi Vokey e Read conclude che solo una
piccolissima minoranza di persone, particolarmente sensibili, è in grado di
percepire il significato di un semplice messaggio verbale letto al contrario e
rimetterlo mentalmente al diritto. Negli esperimenti condotti in laboratorio,
effettuati anche da altri due studiosi, Thorne e Himelstein, neppure una persona
è riuscita a percepire i messaggi attraverso il backword masking. Il parere dei
neurologi accademici è ormai unanimemente concorde nell’escludere l’efficacia di
tale tecnica .
Eppure, la questione è stata discussa anche nelle aule dei tribunali, in merito
ad azioni legali intentate contro musicisti e case discografiche per i danni
causati ad un ascoltatore quando è influenzato a commettere azioni antisociali o
illegali, spinto dai testi, dai suoni o dalle copertine degli album heavy metal.
Nel 1983, una serie di suicidi fra adolescenti è attribuita dai movimenti contro
le sette ai messaggi subliminali della musica rock, così come il suicidio di
cinque giovani che si asfissiano dentro una macchina nella contea di Westchester
a New York, o il suicidio di John McCollum a Indio, in California, che si spara
dopo aver ascoltato per ore il disco “Suicide Solution” di Ozzy Osbourne.
Nel 1985, invece, viene arrestato Richard Ramirez, un pericoloso serial killer
autore di una lunga serie di orrori, fra cui sedici delitti, venti aggressioni a
mano armata, quattro rapimenti di bambini mai più ritrovati, e un imprecisato
numero di atti di violenza nei confronti di donne e ancora di bambini. Viene
bloccato a Los Angeles, mentre tenta di rubare un’auto, e alla polizia che gli
contesta il furto, dichiara di essere “the night stalker”, dal titolo di una
canzone degli AC/DC, contenuta nell’album “Highway to Hell”. Ramirez reca
tatuato sul palmo della mano sinistra il pentacolo satanico e nel corso del
processo penale fa mettere agli atti processuali che gli AC/DC con quell’album,
lo hanno ispirato a compiere le sue gesta .
Il caso giudiziario più famoso è quello che ha coinvolto i Judas Priest e la
loro casa discografica, la CBS, per il suicidio di due giovani in Nevada, nel
1985 . Uno dei due ragazzi, dopo aver ascoltato ripetutamente (durante alcune
ore in cui i due hanno bevuto un paio di confezioni da sei birre e fumato
marijuana) un disco dei Judas Priest, si spara un colpo di pistola in testa. Il
secondo, James Vance, si sfigura il volto, rimanendo temporaneamente in vita,
fino a quando muore per una overdose di droga assunta per il dolore.
Qualche mese più tardi i familiari dei ragazzi citano in tribunale il gruppo e
l’etichetta.
Nel corso del processo risulta l’effettiva presenza di messaggi subliminali nel
nastro in questione, ma non è provata la loro deliberata collocazione, né la
loro incidenza sull’esecuzione del suicidio.
La testimonianza del professor Howard Shevrin, secondo cui i messaggi
subliminali diretti e forse anche il backword masking potrebbero, in determinate
condizioni, influenzare gli ascoltatori, è respinta perché troppo condizionata
da un approccio freudiano dell’inconscio.
Alla fine del processo, i musicisti e la CBS vengono assolti da ogni
responsabilità per i suicidi.
Certa parte della musica ha delle caratteristiche indubbiamente “infernali”, per
il tema affrontato nei testi piuttosto che per un look trasgressivo e
“demoniaco”, ma non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di una forma di
espressione artistica, e, in quanto tale, libera. Se si considerassero solo i
contenuti “satanici”, prescindendo dal contesto entro cui vengono manifestati –
che è quello dell’arte – Dante nel descrivere “l’Inferno” non apparirebbe meno
“perverso” di un Carducci che scrive un “Inno a Satana”.
Se il rock non può fare a meno di una certa carica eversiva, controcorrente, in
una società in cui il sesso non costituisce più un autentico “tabù” per la
maggioranza delle persone, forse solo il “male”, nel suo aspetto più
spettacolare e spettacolarizzato è l’ultimo elemento in grado di scuotere,
trasgredire, impressionare la società stessa.
O, forse, la rappresentazione del mondo infernale serve a esorcizzare proprio
una delle più grandi paure dell’umanità.
Comunque sia, un Diavolo così esplicito e manifesto ha sicuramente meno libertà
di agire rispetto a un Demonio celato e ingannatore, ma è più facile pensare a
un cattivo diavolo che a un angelo maligno.
Certo che l’utilizzo di pratiche come quella del backword masking non possono,
quantomeno, che far riflettere. E’ naturale avvertire una sorta di inquietudine
per quella parte di soggetti che disconoscono la dimensione “teatrale” di queste
rappresentazioni, per scorgervi una realtà da diffondere e seguire, ma anche in
questo caso asettiche generalizzazioni non contribuiscono a definire e
reprimere, ove ce ne siano, situazioni realmente criminose.
INTERNET
L’ultimo elemento ritenuto responsabile della diffusione del satanismo,
soprattutto fra i giovani, è Internet.
Con l’avvento di Internet e la sua diffusione, si sono moltiplicate le
possibilità di comunicazione e informazione. Per la sua difficoltà di
regolamentazione e controllo, anche questo mezzo di comunicazione è divenuto
possibile veicolo di illegalità.
La propaganda satanista si è immediatamente adeguata ai tempi, allestendo
numerose pagine web, create da sette o da satanisti isolati, per diffondere le
proprie dottrine e creare comunità virtuali di “appassionati del genere”.
Una ricerca effettuata da Marco Strano ha sondato il mondo della Rete alla
ricerca di siti satanisti e dei possibili contenuti illegali di questi. “Il
metodo utilizzato è stato quello di una sorta di osservazione sistematica
realizzata attraverso la navigazione selettiva sui siti satanici con successiva
analisi dei testi e delle immagini veicolate dalle pagine web” .
Questa osservazione si è concentrata sulla ricerca di elementi di esortazione
generica alla violenza e al crimine, al suicidio, all’odio razziale, al consumo
di droghe, all’esercizio abusivo di professioni mediche e psicologiche, alle
tecniche di convincimento occulto, alle truffe e frodi.
Nei siti di organizzazioni ispirati a Anton LaVey, la maggior parte di materiale
è proprio di provenienza della Chiesa di Satana, compreso il simbolo della
stella a cinque punte che include la testa di capro; esistono anche veri e
propri motori di ricerca satanisti, come “avatarsearch”, e siti come quello
della Chiesa dell’Eutanasia (http://www.churchofeuthanasia.org), dove Satana
rappresenta la natura selvaggia, e lo scopo dell’associazione è quello di
consigliare il ripristino dell’equilibrio fra umanità e Satana, invitando alla
non procreazione e al suicidio.
M. Strano rileva che in Yahoo (www.yahoo.com), uno tra i maggiori motori di
ricerca della Rete, si offre la possibilità di formare dei gruppi di
discussione, suddivisi in club tematici, fra i quali esistono alcuni di
ispirazione satanista. All’interno di questi gruppi, si è assistito a un certo
incremento di clubs con oggetto il satanismo: da 114 nel maggio 1999, a 322 nel
febbraio 2001. Numerosi sono poi i clubs di discussione sui vampiri, sul
cannibalismo e sulla magia nera.
Sono state esaminate anche alcune newsgroups, ossia gruppi di posta elettronica
dedicati ad un argomento specifico, in questo caso il satanismo, appunto.
Attraverso questo mezzo gli iscritti hanno la possibilità di lasciare messaggi
su una bacheca virtuale, consentendo ad altri utenti interessati all’argomento
di replicare. La newsgroup più rappresentativa è alt.satanism.
Le ricerche condotte per circa un anno hanno permesso di delineare alcune
caratteristiche del satanismo sul web. Nell’ambito dei siti delle organizzazioni
stabili sataniste, come quelli del Tempio di Set o dei Bambini di Satana, è
stato rilevato un basso contenuto criminale esplicito, prevalendo un
atteggiamento di “informazione” sul movimento; in alcuni siti i vari movimenti
satanici dichiarano la loro disapprovazione per il maltrattamento degli animali
e delle persone e respingono ogni sorta di accusa di abusi sessuali.
Viceversa, l’ambito dove gli elementi di istigazione ad atti contro la legge
sembrano maggiori, è quello delle chat, gruppi di conversazione in tempo reale,
e delle newsgroups ospitati da tali siti, dove il controllo è ovviamente più
difficoltoso. In queste sezioni sono presenti riferimenti a tecniche per
suicidarsi, per costruire armi, esortazioni al cannibalismo e al razzismo,
fantasie di torture e sacrifici umani.
In questa prospettiva Internet è sicuramente il mezzo più efficace e diretto per
avvicinarsi al mondo del satanismo, non solo per i semplici curiosi, ma anche
per chi, come gli adolescenti, ha maggiori probabilità di essere influenzato e
condizionato da una visione del mondo che appare sessualmente libera, noncurante
della morte e della sofferenza, ma anche violenta, spregevole e nichilista.
I contenuti dei siti satanisti che inneggiano esplicitamente a forme criminali,
come violenze sessuali, suicidi o omicidi, pur se non associabili direttamente
alla commissione di crimini, costituiscono possibile fonte di “esposizione” per
molti soggetti con profili di personalità “a rischio”, come minori, depressi,
sadici o altre persone psicologicamente suggestionabili.
Il contatto con il mondo del satanismo, laddove per i giochi di ruolo e la
musica - ammesso che esista realmente e sia deliberatamente progettato - è
indiretto, per quanto riguarda Internet, può essere molto più immediato e
diretto, ma anche più pericoloso e difficilmente individuabile.
CONCLUSIONI
Alla luce di tutte le considerazioni svolte, è chiaro come il satanismo
sia un fenomeno molto complesso, difficile da definire se si tiene conto delle
diverse sette sataniche formate nel corso degli anni e delle varie teorie
classificabili come sataniste.
Già dall’Introduzione del nostro percorso teorico, si è visto come siano molte
le problematiche che rimangono aperte, a partire proprio dalla accezione stessa
di satanismo: dal punto di vista del Cristianesimo, e delle altre religioni o
movimenti religiosi che credono nell’esistenza del Satana biblico, la questione
è risolta proprio alla luce della fede, il satanismo è tutto ciò che si rivolge
in maniera positiva al Diavolo.
In una diversa prospettiva, invece, il satanismo andrebbe interpretato solo come
culto del personaggio chiamato Satana nella Bibbia, ma con questa definizione si
escluderebbero quelle teorie che utilizzano il Diavolo solo come metafora del
“disincantamento” da qualsiasi religione o regola morale.
Si rischia, così, di giungere a due estremi, un primo che vede il “male” – e la
sua manifestazione – come esclusiva opera del Diavolo, seduttore e istigatore;
un secondo estremo che considera il satanismo come un’invenzione letteraria, un
mito che distorce la realtà delle cose. Queste due interpretazioni
contraddistinguono il discorso sul satanismo, tanto che, come abbiamo visto nel
capitolo quinto, il satanismo contemporaneo si caratterizza anche per la
presenza di movimenti ad esso contrapposti, di due differenti tipi: i movimenti
antisette e i movimenti contro le sette.
Analizzando, poi, la presenza di sette sataniche nell’arco della storia, abbiamo
potuto osservare come sussistano una nascita ed un’evoluzione del pensiero
satanista, e come siano esistiti, ed esistano ancora oggi, gruppi e soggetti
definibili satanisti, pur se non in maniera assolutamente rigorosa – si ricordi
la figura di Crowley, piuttosto che quella di LaVey o Manson.
Non solo, un altro elemento rilevato è la comune percezione di un possibile
collegamento tra satanismo e criminalità, ove quest’ultima è considerata sia
come presupposto al satanismo, o meglio, a una inspiegabile attitudine al
crimine o alla malvagità in genere, sia come conseguenza dell’esperienza di
modelli satanisti. Fuor di metafora, nel dibattito sul satanismo si è discusso,
e si discute, se un criminale possa essere tale in quanto ‘satanista’, oppure se
un satanista sia prima di tutto un criminale o un malato di mente.
Strettamente legata a questa considerazione è proprio l’interpretazione del
fenomeno satanista. Per alcuni, indissolubilmente collegato al tema del male, il
satanismo costituirebbe la stabilizzazione di una devianza primaria in ruoli e
comportamenti devianti. Assumendo come punto di partenza i concetti di devianza
primaria e devianza secondaria, introdotti da Lemert , si assisterebbe alla
comparsa fisiologica, di comportamenti devianti – devianza primaria -, dovuta a
fattori culturali, sociali, psicologici, che, se raggiungesse un livello tale da
superare il livello massimo sopportabile dalle agenzie di controllo sociale,
potrebbe provocare nella parte di società “non deviante”, reazioni di
stigmatizzazione, segregazione, sanzione.
In questo processo si potrebbe alterare la percezione del deviante, che,
costretto dalla società a consolidare i propri valori devianti, rifiuterebbe
quelli integranti – devianza secondaria.
In sostanza, il satanismo sarebbe una creazione della stessa società, proprio
come l’inquisitore “creava” la strega. In questo senso, Gianluca Gatta adduce
come esempio la Church of Satan di LaVey, che presenta un simbolismo in totale
linea con l’idea popolare di satanismo (croci rovesciate, Diavolo rosso con le
corna, tuniche nere…), dal quale LaVey stesso avrebbe attinto, proprio con
l’intento di restituire alla società un satanismo immediatamente percepibile
come tale. Non solo, il satanismo costituirebbe una sorta di capro espiatorio
per una soluzione positiva ai conflitti generati dalla presenza di fenomeni
malvagi e criminali della società, o per razionalizzare un determinato periodo
di crisi. In questo senso, ad esempio, sono stati interpretati il caso della
McMartin Preschool e i fatti susseguenti, come rilevato nel capitolo quarto.
Proseguendo con questa interpretazione del satanismo, proprio come nel caso
delle molestie ai minori, secondo cui il pedofilo veniva individuato in uno
stranger danger, uno sconosciuto forestiero che molestava i bambini, trascurando
e rifiutando di considerare come le violenze avvenissero - e avvengano –
principalmente entro le mura domestiche, così il satanismo rappresenterebbe la
più semplice risposta alla presenza del male nella società. Questo perché il
male, concetto generalizzante di una percezione soggettiva dello stesso come
esperienza diretta e immediata, è tendenzialmente proiettato al di fuori di noi,
sugli altri.
Alla luce di queste convinzioni, a coloro che temono il satanismo come un
fenomeno reale viene attribuito un ragionamento che richiama il modus
intelligendi di Gian Francesco Pico della Mirandola, ossia ciò che ricade nel
campo del non impossibile verrebbe considerato come possibile e perciò
realizzabile concretamente. E, quindi, sarebbe possibile un complotto
internazionale di satanisti che regge e organizza la malavita e la criminalità
mondiale, proprio come un maleficio di strega potrebbe essere la causa di una
malattia. In questo senso, è legittimo che “dalla misurazione con strumenti
razionali degli effetti provocati dal Male si risalga all’identikit
dell’operatore umano del Male: il ‘diverso’, appunto” . E’ proprio in
quest’ottica del “diverso” che il satanismo rappresenterebbe la più facile
risposta al problema del male, inteso come devianza. Volendo sintetizzare questo
punto di vista, il satanismo è un fenomeno culturale, creato dalla percezione di
una devianza, dovuta dalla concezione della società che il male – inteso come
devianza da norme sociali, morali e religiose comuni -, è opera di un “diverso”.
Ne consegue che il rapporto satanismo/criminalità non è di necessarietà, ma di
eventualità, nel caso in cui il satanismo divenga un fenomeno di devianza
secondaria.
Continuando con le interpretazioni del fenomeno satanista, funzionali alla
comprensione del rapporto fra criminalità e satanismo, sul fronte opposto si
sottolinea come chi utilizza un approccio critico nei confronti della reale
pericolosità del satanismo, tende ad applicare rigidi schemi razionali che
interpretano fenomeni concreti ed evidenti, come il satanismo acido, quale
espressione di altri fattori. In sostanza, se un giovane commette un omicidio in
nome di Satana, si tende ad evidenziare le possibili problematiche psicologiche
o situazionali, ridimensionando l’aspetto esoterico, negando che la volontà di
offrire un sacrificio al Diavolo possa costituire la reale motivazione del
delitto.
Interpretando il satanismo come devianza, considerando le sette sataniche come
gruppi di “diversi”, capri espiatori funzionali alla società nel marcare la
propria identità – parafrasando Kay T. Erikson -, si trascura la reale
dimensione del male, che non è semplice devianza, ma una parte innegabilmente
presente in qualsiasi uomo. In questo senso, il satanismo è un fenomeno
tangibile, in quanto manifestazione di questa componente umana, e pericoloso,
proprio perché inneggia ed enfatizza la principale figura associata al male:
Satana. Il satanismo non è il prodotto di uno stigma, ma, come evidenziato nel
capitolo che tratta del lavaggio del cervello e della scelta satanista ,
consapevole o ignara scelta di valori negativi. Secondo questa concezione, anche
al di fuori di una prospettiva religiosa, il satanismo è espressione di un
sentimento non di contrapposizione alla società, ma di annichilimento, di
distruzione di qualsiasi società.
In base a questi presupposti, la criminalità satanista, pur non raggiungendo i
limiti del complotto internazionale, non solo è possibile, ma è anche probabile.
Compito della società non è negare il fenomeno o osteggiarlo aprioristicamente,
ma considerarlo nella sua reale e concreta pericolosità. Dietro il preteso
diritto di libertà di pensiero e di libertà religiosa, del satanismo
razionalista, si celerebbero attività volte allo scardinamento proprio di tali
libertà. Un sistema filosofico che vede la religione – qualsiasi religione –
come responsabile del declino umano, non ne potrà tollerare l’esistenza.
Affermare che il Diavolo non esiste non implica necessariamente l’inesistenza
del satanismo, né della sua incapacità di nuocere, ma piuttosto che rischiare di
ipotizzare l’esistenza reale del Demonio, si preferisce negare in toto il
fenomeno.
Seguendo questo secondo percorso logico, il legame tra criminalità e satanismo
diviene molto più forte, quasi inevitabile. Il satanismo, avendo come base
ideologica la figura del Demonio, pur se intesa solamente come simbolo, non può
che evidenziare l’aspetto più vicino a questa, ossia il male, attraverso una sua
concreta manifestazione: il crimine.
A margine, si potrebbe obiettare che le considerazioni sul satanismo dovrebbero
riguardare tutti quei fenomeni che utilizzano l’espressione del male, o la sua
rappresentazione, in maniera positiva. In realtà non ci si può esimere dal
domandarsi perché una persona che si rechi da un “mago” per commissionare un
“malocchio” contro un altro individuo, venga considerata meno pericolosa di una
persona che si rechi a una messa nera. Non solo, ma nella comune sensibilità, un
soggetto che frequenta maghi e cartomanti – che spesso si rivolgono anche a
“forze oscure”-, al massimo viene compatito come vittima di imbroglioni, ma non
per questo viene emarginato. Un individuo, che, diversamente, frequenti una
setta satanica o luciferiana, è sicuramente considerato pericoloso, da evitare o
da esorcizzare.
Anche dal punto di vista legale, e non unicamente da quello sociale, qualificare
il fenomeno del satanismo in un modo piuttosto che in un altro, comporta delle
conseguenze rilevanti. Da un lato, commettere abusi sessuali o altri reati in
“un’ambientazione satanica”, utilizzando certe espressioni, compiendo certi
rituali, può essere funzionale a intimorire le vittime, disincentivandoli a
ostacolare tali atti, o a rendere meno credibile una loro eventuale
testimonianza in tribunale; dall’altro, l’affermazione di un soggetto, di
delinquere in quanto “strumento di volontà del Demonio”, può essere interpretata
esclusivamente come sintomo di un disturbo mentale, in questo senso dando adito
a un’interpretazione di satanismo più come malattia della mente che come
possibile fenomeno criminale; problematiche queste, ben affrontate, come abbiamo
visto, nel Rapporto dell’agente dell’FBI, K. Lanning.
Eppure il rapporto satanismo\criminalità non può essere limitato a questo; se è
vero che nel corso della storia sono state individuate situazioni che con il
satanismo avevano, in realtà, poco a che vedere , è esistito, ed esiste ancora,
un satanismo sotterraneo, multiforme, legato agli ambienti giovanili della
trasgressione adolescenziale, definito come “improprio”, come satanismo che è
“acido” proprio a causa di queste caratteristiche, ma che è pur sempre un
satanismo, per quanto disorganizzato e incostante. I sacrifici di animali
riportati dalle cronache, piuttosto che le violazioni di sepolcri o delitti più
gravi come l’omicidio di suor Mainetti a Chiavenna, sono comunque manifestazione
di problematiche o disagi che hanno come elemento comune il satanismo; è in
questo ambito che non deve essere sottovalutato il suo legame con la
criminalità.
A questo tipo di fenomeno, che inneggia alla morte, all’omicidio, al suicidio,
al sacrificio in nome di Satana, sono dedicate le attività di alcuni movimenti
antisatanisti o, generalmente, anti-sette o contro le sette, che, quando non
operano dell’infondato allarmismo, si preoccupano di avvisare della possibile
pericolosità di certi gruppi e dei loro contenuti morali o ideologici.
Dalle informazioni recepite da alcuni fra questi movimenti - in Italia
esclusivamente di matrice cristiana - la loro attività principale consiste
proprio in un’opera di denuncia, mentre il recupero della persona coinvolta in
tali sette avviene esclusivamente su richiesta dell’interessata, e consiste
principalmente nell’ascolto dell’esperienza da parte di volontari, e quindi, se
sussistono problemi psicologici, nell’indirizzamento a uno specialista; la
maggioranza di queste associazioni considerano, poi, l’esorcismo o la preghiera
sull’ex satanista come tappe indispensabili alla riabilitazione del soggetto .
Il binomio satanismo/criminalità non è, quindi, così scontato o immediato, ma
neppure assolutamente improbabile.
Infatti, se da un lato l’idea del satanismo è tutelata costituzionalmente
dall’art. 21, come libertà fondamentale di espressione del pensiero, dall’altro
la diffusione compiaciuta di informazioni illegali e di modelli di comportamento
criminali, o di un contesto delinquenziale, descritto in maniera accattivante –
situazioni riscontrabili soprattutto in Internet -, può rappresentare una
stimolazione importante per comportamenti illegali o pericolosi, anche senza
necessariamente condividere la teoria di Sutherland dell’apprendimento del
comportamento delinquenziale tramite la condivisione di modelli criminali .
In conclusione, il satanismo è un fenomeno culturale complesso, che, a
prescindere dai suoi contenuti morali, non deve essere aprioristicamente
collegato alla criminalità, anche se, in realtà, a certe condizioni e per certi
individui, può costituire un’importante motivazione a delinquere o essere un
idoneo habitat per l’esplicitamento di condotte criminali. Per questo motivo il
legame tra satanismo e criminalità, senza essere enfatizzato, deve perlomeno
essere contemplato come possibile, e sicuramente contestualizzato.
Dott. ENRICO LONGONI
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