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Lodare il Signore con canti

 

La Chiesa primitiva

 

Salmi, inni, cantici spirituali e canti nello spirito erano gli elementi basilari nella dinamica delle assemblee della chiesa primitiva. Il titolo ebraico del libro dei salmi era “TEHILLIM”, che vuol dire canti di lode.

La parola salmo proviene dal greco “psalmo’s”, che letteralmente significa arpeggiare con le corde di uno strumento musicale. Il libro dei salmi è una raccolta di canti che, nella forma originaria, dovevano essere eseguiti con l’accompagnamento di strumenti musicali.

La parola “inno” proviene dal greco “Hymno’s”, che indica un canto di lode agli dei. Un inno, nel nuovo testamento era un canto composto per lodare Dio.

Nella chiesa primitiva, non solo veniva esaltato Dio attraverso i canti, ma, con salmi, inni e cantici spirituali venivano date istruzioni, insegnamenti e ammonizioni.

Possiamo ipotizzare che nell’esercizio dei ministeri, che sono descritti più chiaramente nella Bibbia, fossero inclusi il canto, la proclamazione delle meraviglie di Dio e tutti gli atteggiamenti derivanti dalle indicazioni dei salmi.

Quale re, sacerdote e profeta, Davide realizzò, aderendo alla volontà di Dio, il progetto originale divino per l’uomo. Naturalmente c’erano in lui molte imperfezioni e cos’ non poté incarnare pienamente la volontà di Dio, però tracciò una strada verso il nostro Signore Gesù Cristo.

Dio donò a Davide una speciale ispirazione per la lode e l’adorazione. Egli scrisse molti salmi e fu responsabile dell’instaurarsi di una vasta e vitale tradizione musicale, completa di strumentisti e cantori.

La tenda di Davide

(I Cronache 15:28)

A Davide fu data una propensione e una ispirazione particolare per la lode e l’adorazione. Il suo regno fu quindi un periodo di creatività, di musica, di danza, di canto e di gioia.

Con la restaurazione della tenda di Davide sorse un nuovo tipo di lode ed adorazione. Egli dette istruzioni ai leviti perché favorissero celebrazioni spontanee e gioiose permeate da un profondo rispetto per le leggi divine e al tempo stesso fedeli alle direttive di Davide. A Chenania, capo dei leviti, fu affidata la guida del canto, perché ne era esperto. I cantori Eman, Asaf, ed Etan furono incaricati di suonare con cembali di bronzo.

Caratteristica principale di quel culto era una lode accompagnata dalla proclamazione di profezie a dal suono di strumenti musicali.

Il primo libro delle Cronache fornisce una chiara descrizione dell’attività musicale presso la tenda di Davide, dandone persino l’organizzazione e i turni di servizio dei musicisti e dei cantori. C’erano 4.000 leviti che avevano l’incarico di cantare e suonare giorno e notte, così che la lode davanti all’arca fosse continua. Sembra che ci fosse una vera e propria gerarchia musicale secondo quanto stabilito da Davide. (I Cronache 25)

Vi erano 24 turni di servizio al tempio, formando cos’ un gruppo di 288 musicisti ben addestrati ed esperti nel canto. I 288 musici degnati, suddivisi in 24 turni con parole, melodie e accompagnamento musicale incoraggiavano l’intera comunità a partecipare alle celebrazioni e alla lode. Questa, alzando le mani, prorompendo in applausi gioiosi, danzando, inginocchiandosi, prostrandosi davanti a Dio e unendosi per cantare un ritornello ripetitivo adorava e lodava Dio.

L’essenza del culto davidico era l’amore per Dio, il cui disegno era quello di rivelare la sua gloria a tutti i popoli della terra che così avrebbero potuto adorarlo.

 

La parola “Selah”

Qualche volta, nel salmo, si trova una “Selah”.

In 39 salmi, esattamente, vi è la parola “Selah”; tra questi, 28 danno delle indicazioni per l’esecuzione musicale. Con molte probabilità questa parola e un interludio musicale, cioè una pausa musicale per riflettere sulle parole appena cantate.

Nei salmi, l’uso di questa parola fa capire che la musica eseguita esprimeva diversi stati d’animo.

 

Varie espressioni della lode

Il canto non è adatto solo ai momenti in cui ci sentiamo esuberanti e gioiosi, ma è di aiuto anche in periodi di tristezza e di difficoltà.

Possiamo aspettarci una crescita nella fede tra coloro che cantano. E’ la parola, non il canto a generare la fede; quando il canto porta con sé la parola, la crescita nella fede può essere facilitata.

alzare le mani, è un mezzo molto semplice per manifestare l’amore a Dio. (Salmi 134:2; 141:2; 143:6; I Timoteo 2:8)

Battere le mani nella scrittura è connesso con il lodare. (salmi 47:2; 98:8).