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Piercing: la moda dell'anno                                                                                     di Cirrito M.

 

In questi ultimi anni, non si fa altro che parlare di un fenomeno nuovo, di una tendenza estetica per il futuro e di una moda come quella di bucarsi su qualsiasi parte del corpo che sta prendendo sempre più piede. Infinite le varianti: al naso, ai lobi, all'ombelico, (tra le donne va per la maggiore), alla lingua, alle sopracciglia, (li portavano così anche gli antichi romani come segno di virilità), sino - per i più stoici - alle parti intime.

Per le strade s’incontrano sempre più persone che hanno piercing, soprattutto giovani, che sfoggiano le loro decorazioni con orgoglio e naturalezza. In Italia mancano dati ufficiali sulla popolazione adulta, ma è indicativa un'indagine dell'Eurispes del 2002: il 25 per cento delle ragazze sfoggia un piercing, nella grande maggioranza dei casi all'ombelico (tra i maschi, il 14 per cento); e, sempre secondo l'Eurispes, il 7 per cento dei maschi e il 6 per cento delle femmine fra 12 e 18 anni hanno già un tatuaggio. Davvero una cifra rilevante per una pratica che in origine era considerata rito d’iniziazione per carcerati, marinai e persone socialmente ai margini.

I giornali se ne occupano, il lavoro per gli operatori del settore aumenta e il piercing entra a far parte della nostra vita e della nostra cultura. Persino la Mattel aveva deciso di proporre per quest'estate un modello di Barbie con tatuaggi e piercing (facendo poi marcia indietro proprio sul piercing al naso, ma mantenendo invece i tatuaggi).

 

D’origini antichissime, il piercing è diventato da segno di virilità e, per certi popoli, di passaggio all'età adulta a moda moderna.

Questo istinto "primitivo" oggi, come 2000 anni fa, in alcuni resta immutato, anche se soffocato dalle tecnologie moderne e dal diverso stile di vita che conduciamo.

Sostanzialmente, intervenire per modificare il proprio corpo, per renderlo più attraente e importante, è una delle pratiche più antiche di cui siamo a conoscenza: dalle forme di adornamento permanente come tatuaggi, sacrificazioni, marchi a fuoco e piercing, alla modifiche corporali estreme come l'allungamento del collo, dei lobi delle orecchie, o il restringimento del giro vita, dei piedi del cranio, la circoncisione maschile, o la limatura dei denti. Sono queste alcune delle possibilità documentate di modifiche corporali che hanno, quasi sempre, un fine estetico, ma che rappresentano anche la creatività, la cultura e le tradizioni di ciascun popolo, come per esempio i popoli dell'Amazzonia, dell'Africa, i Berberi del Marocco, gli indigeni del Borneo, della Nuova Zelanda, gli Esquimesi, le donne d'India, i popoli arabi, fino ad arrivare ai nostri Punk.
Di solito queste pratiche corporali, spinte agli estremi, sono parte di esperienze spirituali ed emozionali molto forti, e possono rappresentare dei riti di passaggio "tribali", che renderebbero una persona più forte psicologicamente, più sicura e cosciente del proprio corpo, riconoscibile nell'ambito del gruppo, e stanno a simboleggiare la vittoria dello spirito sul dolore fisico.

Qualcuno ha detto: -“Il nostro corpo ci appartiene, lo sentiamo, lo usiamo, lo viviamo e possiamo decorarlo, modificandolo quasi completamente, a piacere.”

Certo ha ragione, ma se tutto ciò ci può sembrare da "primitivi", in senso negativo, da selvaggi, immorale o contro natura, per la nostra ipocrita cultura occidentale moderna, basta solo dare un'occhiata agli stravolgimenti che noi "civili" uomini moderni apportiamo alla regole della natura che Dio ci ha dato: body building , steroidi, diete estreme, tinture, raggi UVA, chirurgia plastica, lifting, iniezioni di silicone, liposuzione, trucco, creme, permanenti, e chi più ne ha più ne metta......

Non sono queste modifiche corporali artificiali, più o meno indelebili e dannose? Ma cosa aggiungono alla nostra crescita umana, emotiva e interiore? Completamente niente!

Immaginate, dunque il piercing……….

 

Cosa vuol dire “piercing”?

Con piercing si intende una perforazione della pelle e dei tessuti sottostanti per creare una piccola "galleria" nella carne. Finché il foro di un piercing non viene allargato e dilatato per mezzo di un peso o altro, esso è da considerarsi una “modificazione temporanea” perché, nel momento in cui viene a mancare l’inserzione di un oggetto, i tessuti tendono a richiudersi. Un sufficiente allargamento del piercing è ottenibile inserendo nel foro in questione degli oggetti quali anelli in metallo, tubi, bastoncini e pesi che trasformano il piercing normale in piercing permanente.

 

Attenzione.

Bisogna conoscere anche i rischi a cui si va incontro.

È ormai ampiamente dimostrato da vaste casistiche che farsi "bucare" per adornare le varie parti di cui già abbiamo parlato con gioielli, monili o anelli vari può comportare rischi non indifferenti e, talvolta, molto pericolosi. Non rischia solo le infezioni chi sceglie il più banale e apparentemente innocuo tra i piercing: quello alle orecchie. Basterebbe un buchino in questa zona particolarmente delicata (secondo la medicina cinese ricca di punti energetici sensibili) per incappare in disturbi visivi, problemi della fertilità e aumento dei dolori mestruali. E potrebbe persino alterare il carattere, per esempio portando alla luce un’aggressività nascosta.

Oltre alle infezioni virali e batteriche, si può elencare tutta una serie di eventi patologici che si manifestano soprattutto a carico delle strutture del cavo orale. A parte il fatto che possono essere danneggiati i denti, male certamente minore rispetto agli altri, va ricordato, soprattutto, il pericolo di gravi emorragie della lingua, oltre all'edema della stessa con gravi ripercussioni respiratorie e conseguenze che si possono verificare anche a distanza di tempo, come alcune lesioni dovute al gioiello stesso ed alla sua possibile ingestione.

 

Ma allora, quali debbono essere le precauzioni da adottare?

L'atteggiamento migliore di fronte al piercing dovrebbe essere quello di rinunciare a farselo praticare o, almeno, quello di evitare quello orale, che è senz'altro il più pericoloso. Nel caso non sia possibile in alcun modo di convincere l'interessato a seguire tale consiglio, non resta altro che cercare di persuaderlo a scegliere parti del corpo dove il rischio possa considerarsi accettabile e di fare in modo che l'intervento sia sempre praticato ottemperando a tutte le garanzie della più assoluta sterilità.

Per avere tale sicurezza non c'è altra soluzione che quella di rivolgersi ad operatori autorizzati, in grado di esibire il nulla osta tecnico- sanitario che autorizza a tali pratiche, secondo le disposizioni del Ministero della Sanità. In Italia il ministro Sirchia G. ha appena approvato una circolare che disciplina il settore, mentre in alcune regioni (Trentino-Alto Adige, Lazio, Puglia e Campania) per effettuare piercing e tatuaggi occorre un patentino. Entro la fine dell'anno la Commissione europea promulgherà norme molto severe. E dal 2004 i pigmenti dovranno superare una serie di test prima di essere iscritti in un registro.

Ben vengano le regole, perché in quest’ambiente c'è molto ancora di sommerso che dovrà venire alla luce.